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Aurora magazine

Il papilloma virus fa nascere bambini sottopeso?

Il papilloma virus ha ripercussioni sul peso dei figli alla nascita, anche a due anni dall’infezione. Le donne che ne hanno sofferto, hanno il 50% delle possibilità in più di dare alla luce bambini sottopeso. Lo rivela uno studio guidato dall’Università del Sud Africa.

I ricercatori hanno analizzato i pap-test di quasi 32.000 donne. Hanno così individuato un legame tra la presenza di cellule precancerose e prole sottopeso alla nascita. Le donne positive ai test per l’HPV avevano il 20% delle possibilità in più di dare alla luce bambini piccoli. Il rischio saliva al 50% se si consideravano solo i bambini sotto i 1500 grammi.

I bambini nati sottopeso hanno un tasso di mortalità più alto della media. Rischiano inoltre di soffrire di problemi d’apprendimento e comportamentali più avanti nella vita. Secondo i ricercatori, c’è inoltre il rischio che il papilloma virus penetri la placenta. Se così fosse, potrebbe compromettere lo sviluppo fetale e aggravare le condizioni del bambino.

Questo studio conferma l’importanza del vaccino contro il papilloma virus. Il vaccino è consigliato sia alle adolescenti che ai loro coetanei maschi. È inoltre importante che le donne si sottopongano a test regolari per individuare eventuali infezioni sul nascere.

Fonte: medicalxpress.com

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Troppo acido folico in gravidanza fa male

L’acido folico in gravidanza è fondamentale per il corretto sviluppo del feto. Gli integratori aiutano a prevenire malformazioni nel tubo neurale e anomalie nello sviluppo cerebrale. Troppo acido folico, però, potrebbe causare deficit cognitivi nel bambino. È quindi importante assumere gli integratori solo in presenza di un’effettiva necessità.

I ricercatori hanno seguito 1682 madri reclutate tra il 2003 e il 2008, quando erano tra la 10a e la 13a settimana di gestazione. Hanno dato loro dei questionari riguardanti la loro alimentazione e l’assunzione di eventuali integratori. In questo modo hanno determinato i livelli di acido folico durante tutta la gestazione. A cinque anni dal parto, i medici hanno determinato il livello di sviluppo cognitivo dei bambini.

Il 54,8% delle donne non aveva assunto integratori di acido folico durante la gestazione. Il 29,8% aveva invece assunto troppo acido folico rispetto quello consigliato. I figli ci quante avevano assunto meno di 400 milligrammi di acido folico al giorno avevano meno memoria verbale della media. Però, anche i bambini delle donne che avevano assunto più di 1000 milligrammi al giorno mostravano minori abilità cognitive della media.

Lo studio dimostra che troppi integratori di acido folico non solo non servono, ma fanno addirittura male. I risultati sono però solo parziali, dato che molte donne non hanno proseguito per tutti e cinque gli anni. Inoltri, i ricercatori non hanno preso nota delle condizioni socioeconomiche delle partecipanti. Hanno quindi escluso molti possibili fattori determinanti per lo sviluppo cognitivo.

Fonte: medicalnewsbulletin.com

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Gestire le emozioni aiuta le gestanti a smettere di fumare

Smettere di fumare è difficile per tutti, future mamme comprese. Uno studio sulle dipendenze dell’Università di Buffalo ha mostrato che gestire le emozioni negative potrebbe aiutare allo scopo.

La ricerca ha coinvolto 70 fumatrici incinte e intenzionate a smettere. Molte di loro stavano attraversando un periodo difficile, a causa di insicurezza economica e disoccupazione. Le donne hanno annotato tutti gli episodi di stress, riportando quante volte avevano fumato in quelle occasioni. È così emerso che le emozioni negative stavano rendendo più difficile smettere di fumare.

Metà delle donne si è sottoposta solo alla terapia psicologica, con consigli per migliorare il proprio stile di vita. L’altra metà si è sottoposta alla terapia psicologica, combinata con un trattamento per la gestione delle emozioni. I terapisti spingevano le partecipanti a immaginare situazioni stressanti, aiutandole a superare il momento negativo senza fumare.

Rispetto alle pazienti del primo gruppo, le donne del secondo gruppo che hanno smesso di fumare sono state molte di più. Il 23% di loro è rimasto “smoke-free” per due mesi dopo l’inizio del trattamento contro lo 0% del primo gruppo. Anche le donne del secondo gruppo che non hanno smesso, hanno comunque ridotto il numero giornaliero di sigarette.

Fonte: buffalo.edu

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Disordini psichiatrici in gravidanza: il feto è al sicuro

I disordini psichiatrici in gravidanza non sono associati a complicazioni né per la madre né per il feto. Che si tratti di attacchi di panico, ansia generalizzata ed episodi di depressione maggiore, il feto è al sicuro. Lo studio ha però trovato una correlazione tra l’uso di farmaci e conseguenze negative. Il risultato è in contraddizione con altri studi, che invece dicono il contrario.

Il team della professoressa Kimberly Ann Yonkers, autrice dello studio, ha analizzato i dati di 2.654 donne. Le donne erano tra la prima e la 17a settimana di gestazione e soffrivano di malattie psichiatriche di vario genere. I medici hanno intervistato le partecipanti all’inizio, intorno alla 28a settimana e 8 settimane dopo il parto.

Hanno dimostrato che coloro che usavano benzopiridine erano più a rischio di parto prematuro. Gli inibitori della ricaptazione della serotonina, invece, sono stati associati a ipertensione materna e difficoltà respiratorie nei neonati.

Molti percepiscono i trattamenti farmacologici psichiatrici come qualcosa di opzionale. In gran parte dei casi, non è così. Alcuni disordini sono così debilitanti da impedire di portare a termine la gravidanza. È una buona notizia che i disordini in sé non siano dannosi per il feto, ma le donne che ne soffrono hanno comunque il diritto di curarsi.

Secondo gli autori dello studio, la soluzione da adottare è la stessa che nei casi di diabete o epilessia. Il medico deve valutare i benefici e i possibili danni derivanti dall’assunzione di farmaci. Solo così è possibile capire se sia meglio interrompere la cura o andare avanti.

Fonte: medscape.com

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