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Aurora magazine

Poca vitamina D in gravidanza causa l’ADHD?

La dottoressa Minna Sucksdorff e il professor Andre Sourander, dell’Università di Turku, hanno studiato gli effetti dei deficit di vitamina D in gravidanza. Grazie ai dati di oltre 2 milioni di gravidanze, hanno scoperto una correlazione tra mancanza di vitamina D e deficit dell’attenzione (ADHD). I figli delle donne con bassi livelli di questa vitamina, infatti, hanno più probabilità di avere figli con queste problematiche.

Il team è partito dai dati della Finnish Maternity Cohort (FMC). Il registro comprende oltre 2 milioni di campioni di siero prelevati durante tutti e tre i trimestri, analisi del genotipo, fattori prenatali rilevanti. Tra questi ultimi, ci sono anche i livelli delle diverse vitamine nel sangue della madre.

Ai fini dello studio, gli scienziati si sono concentrati su circa 2000 bambini nati tra il 1998 e il 1999. Di questi, 1.067 soffrono di deficit dell’attenzione e gli altri hanno fatto da gruppo di controllo. Usando i registri di cui sopra, il team ha analizzato i livelli materni di vitamina D lungo tutta la gestazione. In particolare, li ha confrontati con quelli consigliati in Finlandia, ovvero 10 microgrammi al giorno lungo tutta la gestazione. Il quadro finale si è rivelato sconfortante.

Nonostante le raccomandazioni, in Finlandia molte donne soffrono di deficit di vitamina D. Secondo lo studio, ciò si traduce in un maggiore rischio di deficit dell’attenzione per il bambino. Le donne in gravidanza dovrebbero quindi prestare attenzione anche a questa vitamina, carente soprattutto nelle zone con poco sole e nelle donne che lavorano al chiuso.

Fonte: utu.fi/en

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Si può predire il diabete gestazionale prima della gravidanza?

Il team del dottor Eran Segal, del Weizmann Institute of Science in Israele, ha sviluppato un algoritmo per predire il rischi di diabete gestazionale. Prima che la paziente rimanga incinta. Il test mira a individuare le donne più a rischio, così da aiutarle a cambiare stile di vita per evitare l’insorgere del problema.

I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 600.000 gestazioni. Li hanno ricavati dal database dell’organizzazione israeliana Clalit Health Services, la più importante del Paese a tema salute. L’obiettivo era trovare un sistema per misurare il rischio di ammalarsi prima della gravidanza, un problema tutt’altro che banale.

Il diabete gestazionale si presenta nel 3-9% delle gestazioni e rappresenta un rischio per madre e bambino. Proprio come negli altri tipi di diabete, gli alti livelli di zucchero nel sangue mettono a rischio la salute di madre e bambino. Nonostante la somiglianza con il diabete tradizionale, però, il diabete gestazionale è spesso slegato dalla presenza di casi in famiglia o nelle gestazioni precedenti. Tutto questo rende molto più difficile prevedere se una donna si ammalerà o no.

Gli scienziati hanno analizzato i dati di migliaia di donne usando un sistema di intelligenza artificiale. In un secondo momento, hanno usato l’algoritmo per processare più di 2.000 parametri di valutazione. Tra questi c’erano i risultati dei test sulla tolleranza al glucosio, analisi del sangue, storia familiare. Il sistema ha rivelato che bastano 9 parametri per prevedere se una donna si ammalerà.

Grazie alla scoperta, basteranno poche domande e test per calcolare con precisione il rischio di malattia.

Fonte: business-standard.com

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Gravidanza e metastasi hanno una connessione evoluzionistica?

Un team di ricercatori provenienti dalla UConn School of Medicine e dall’Università di Yale ha usato la gravidanza per studiare come si sviluppano le metastasi. In molti mammiferi, la placenta invade le pareti uterine; in altri, la placenta è molto meno aggressiva. I ricercatori hanno scoperto una correlazione tra questo fenomeno e la possibilità che un tumore crei metastasi.

Il dottor Kshitiz, autore principale dello studio, ha osservato le cellule dell’endometrio di diverse specie. In alcuni animali, le cellule stromali sono concepite per resistere a qualsiasi invasione, compresa quella della placenta. Di contro, negli esseri umani la formazione della placenta può essere molto invasiva durante la gravidanza. Cosa curiosa, i primi sono molto più resistenti alle metastasi di noi.

Lo studio osserva il processo di formazione delle metastasi in modo del tutto diverso. Al centro del meccanismo ci sono le cellule stromali, che costituiscono il tessuto connettivo tra gli organi. Secondo i ricercatori, più le cellule resistono all’invasione della placenta, più resistono a quella delle metastasi. Negli animali con cellule stromali resistenti, la gravidanza è quindi molto più controllata ed è più difficile che si formino metastasi, in caso di tumore.

I ricercatori hanno individuato i geni che regolano la stroma, individuando le differenze tra noi e gli animali più resistenti. Ciò potrebbe aprire le porte a un nuovo tipo di terapie antitumorali, volte a bloccare l’espandersi dei tumori.

Fonte: uconn.edu

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Quali sono i benefici della frutta secca in gravidanza

Mangiare tanta frutta secca in gravidanza migliora lo sviluppo neuropsicologico del bambini. I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie consigliano di mangiare 50-80 grammi di frutta secca a settimana, quanto meno nel primo trimestre di gravidanza. Ciò basta per migliorare le funzioni cognitive, la memoria, la concentrazione dei bambini.

La frutta secca è benefica per la salute in tanti modi, anche al di fuori della gravidanza: combatte lo stress ossidativo e riduce il rischio di ipertensione e diabete. In età avanzata, il consumo regolare rallenta anche il declino cognitivo proprio dell’invecchiamento. Il merito è degli acidi grassi polinsaturi e delle tante sostanze benefiche contenute in questi alimenti, tra cui gli omega-3.

Gli omega-3 sono fondamentali per la salute negli adulti, ma giocano un ruolo essenziale anche nello sviluppo fetale. Secondo alcuni studi, questi acidi grassi regolano le tempistiche della gestazione e il peso dei neonati alla nascita. Inoltre, queste sostanze si accumulano nella parte frontale del cervello del feto, migliorando la memoria e le funzioni cognitive anche negli anni a venire.

Nonostante i tanti benefici di un consumo regolare di frutta secca in gravidanza, esagerare potrebbe essere dannoso. Potrebbe esserci una correlazione tra consumo di noccioline in gravidanza e allergia nei bambini. Per questo motivo, è importante consumare la frutta secca nelle quantità consigliate, senza esagerare né in un senso né nell’altro.

Fonte: news-medical.net

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