Recensioni verificate Soddisfatta del servizio.
Personale disponibile e gentile. Lo consiglio a tutti ...
Cliente Sorgente Genetica
logomysorgente

02  4948  5291

Aurora magazine

Le app per la fertilità funzionano?

Grazie alla crescente diffusione degli smartphone, sono nate moltissime applicazioni per monitorare il ciclo mestruale. In teoria, dovrebbero aiutare a individuare eventuali irregolarità nel ciclo, ritardi e periodi fertili. Sorge però una domanda: queste app sono davvero affidabili? È quello che la dottoressa Laura Symul si è chiesta.

I metodi di riconoscimento della fertilità servono a individuare i giorni fertili all’interno del ciclo mestruale. Alcune coppie li usano per facilitare il concepimento, mentre altre come metodo anticoncezionale. Il più famoso è l’Ogino-Knaus, ma ce ne sono di moltissimi tipi, tra cui le app in questione.

La dottoressa Symul ha lavorato con l’Università di Stanford per analizzare l’efficacia di due applicazioni per la fertilità. Il medico ha analizzato i dati di 200.000 utilizzatori delle app. Le due applicazioni analizzano i fluidi e la temperatura del corpo al risveglio, combinandoli con altri dati biologici. In base a questo, dicono se si tratta di una giornata fertile o non.

Il team ha osservato oltre 2.7 milioni di cicli mestruali, oltre 30 milioni di giorni. L’utente medio è risultato essere europeo o statunitense, sopra i 30 anni, normopeso. Secondo i dati raccolti d’applicazione, il periodo follicolare potrebbe essere più breve di quanto riportato in precedenza. Solo il 24% delle ovulazioni registrate dalla app avviene infatti tra il 14o e il 15o giorno. La fase luteale, invece, sarebbe pressapoco quella misurata in precedenza.

La dottoressa Symul ritiene che i dati siano utili per utilizzatori e medici, ma non affidabili al 100%.

Fonte: epfl.ch/index.en

Add a comment

Vivere sano contrasta i geni della demenza

Uno studio condotto dalla dottoressa Elzbieta Kuzma dà una speranza a quanti hanno una storia familiare di demenza. Il team ha seguito quasi 200.000 persone over 60, delle quali alcune con le varianti genetiche della demenza. In coloro con uno stile di vita sano, l’incidenza della malattia si è ridotta del 32%. Ciò significa che mangiare bene e fare esercizio fisico può contrastare l’influenza dei geni.

I ricercatori dell’Università di Exter hanno seguito 197.000 persone per 8 anni. Ciascuna persona è stata classificata secondo il rischio di demenza, a partire da un test genetico: alto, medio o basso. I ricercatori hanno quindi valutato lo stile di vita nel corso degli anni, analizzando alimentazione, consumo di alcol e attività fisica. A questo punto hanno combinato i dati raccolti con il numero di persone che si sono ammalate di demenza, 1.769 solo durante il follow-up.

Le persone con in assoluto lo stile di vita più sano erano coloro che non fumavano, si allenavano con regolarità e mangiavano bene. Pochissime di queste si sono ammalate di demenza, a prescindere dal rischio genetico. A parità di geni, per loro il rischio di ammalarsi si è ridotto del 32% rispetto a chi seguiva uno stile di vita sregolato.

Lo studio dimostra che i geni hanno un ruolo importanti ma molto più limitato di quanto si tende a credere. Le persone con predisposizione genetica e con uno stile di vita poco sano avevano tre volte le probabilità di ammalarsi, rispetto a coloro non predisposta e con uno stile di vita sano. Ciò significa che è possibile controbilanciare i geni con alimentazione e attività fisica.

Fonte: quotidianosanita.it

Add a comment

Il cibo spazzatura uccide la fertilità maschile

Un team dell’Università di Harvard ha analizzato la fertilità di una classe particolare di uomini: giovani, in buona forma fisica, ma con un’alimentazione ricca di cibi spazzatura. Nonostante il peso sotto controllo, la fertilità di questi giovani uomini è risultata inferiore rispetto ai partecipanti con un’alimentazione sana.

Molti dei partecipanti allo studio erano nell’età di picco riproduttivo, quindi tra i 20 e i 25 anni. Ciononostante, avevano meno di 39 milioni di spermatozoi per eiaculazione. Sotto questo numero di spermatozoi, diventa difficile concepire naturalmente e la situazione non può che peggiorare con l’età. La colpa di tutto questo? Carne rossa, cibi già pronti, bevande zuccherate e carboidrati.

I ricercatori hanno analizzato lo sperma di 3.000 uomini attorno ai 19 anni di età. Inoltre, hanno sottoposto i partecipanti ad alcuni sondaggi riguardanti la dieta. In questo modo li hanno potuti dividere in quattro gruppi, in base al tipo di alimentazione. Coloro che mangiavano poca carne, tanto pesce e tante verdure erano quelli con lo sperma più sano e ricco di spermatozoi.

Tendiamo a dare la colpa per i problemi di fertilità a obesità e sedentarietà. Entrambi i fattori influenzano la conta spermatica in negativo, in effetti. La cattiva alimentazione pare però avere un suo ruolo particolare in tutto questo. Il cibo spazzatura aumenta il rischio di diabete, obesità e tumore. Oltre a questo, basta di per sé a far crollare il numero medio di spermatozoi. Questa potrebbe essere una delle cause del crollo nella fertilità maschile che stiamo sperimentando.

La scoperta più preoccupante di questo studio riguarda gli esiti sul lungo periodo. Gli spermatozoi vivono in media 3 mesi: cambiando alimentazione, si dovrebbe avere un netto miglioramento della fertilità. Secondo i ricercatori, però, una cattiva dieta in gioventù potrebbe danneggiare la fertilità in maniera permanente.

Fonte: independent.co.uk

Add a comment

La CRISPR salverà 5 bambini dalla sordità. Forse

Un articolo del New Scientist torna a far parlare di Crispr e di editing genetico. Secondo il giornalista Michael Le Page, cinque coppie russe vorrebbero usare la tecnica per correggere i loro embrioni. Tutte le coppie sono composte da persone non udenti o portatori sani dei geni che causano la sordità. Usando la Crispr, potrebbero avere bambini udenti. Forse.

A capo del progetto c’è il biologo russo Denis Rebrikov, che annuncia di voler chiedere il permesso alle autorità russe. L’annuncio fa però discutere per via di tutte le possibili ripercussioni etiche e per i presunti precedenti. Qualche mese fa è infatti uscita la notizia della nascita di due gemelline cinesi che, a detta degli scienziati, sarebbero i primi esseri umani OGM mai nati.

La tecnologia Crispr potrebbe curare gravi patologie genetiche prima che si manifestino. Gli effetti sul lungo periodo sono però poco chiari: cosa accadrebbe se la tecnica creasse nuove mutazioni ereditabili? Inoltre, ci sono tutta una serie di perplessità legate al rischio di derive eugenetiche. Nessuna delle due cose pare aver scoraggiato il dottor Rebrikov, però.

Tutti e dieci i possibili partecipanti allo studio hanno una versione mutata del gene GJB2, che causa sordità. Il biologo vuole correggere il gene nelle linee germinali, così da avere solo embrioni privi del difetto e sani. Tecnicamente è fattibile, ma la comunità scientifica ritiene che sia troppo presto per un passo del genere.

Fonte: wired.it

Add a comment