Grazie alla crescente diffusione degli smartphone, sono nate moltissime applicazioni per monitorare il ciclo mestruale. In teoria, dovrebbero aiutare a individuare eventuali irregolarità nel ciclo, ritardi e periodi fertili. Sorge però una domanda: queste app sono davvero affidabili? È quello che la dottoressa Laura Symul si è chiesta.
I metodi di riconoscimento della fertilità servono a individuare i giorni fertili all’interno del ciclo mestruale. Alcune coppie li usano per facilitare il concepimento, mentre altre come metodo anticoncezionale. Il più famoso è l’Ogino-Knaus, ma ce ne sono di moltissimi tipi, tra cui le app in questione.
La dottoressa Symul ha lavorato con l’Università di Stanford per analizzare l’efficacia di due applicazioni per la fertilità. Il medico ha analizzato i dati di 200.000 utilizzatori delle app. Le due applicazioni analizzano i fluidi e la temperatura del corpo al risveglio, combinandoli con altri dati biologici. In base a questo, dicono se si tratta di una giornata fertile o non.
Il team ha osservato oltre 2.7 milioni di cicli mestruali, oltre 30 milioni di giorni. L’utente medio è risultato essere europeo o statunitense, sopra i 30 anni, normopeso. Secondo i dati raccolti d’applicazione, il periodo follicolare potrebbe essere più breve di quanto riportato in precedenza. Solo il 24% delle ovulazioni registrate dalla app avviene infatti tra il 14o e il 15o giorno. La fase luteale, invece, sarebbe pressapoco quella misurata in precedenza.
La dottoressa Symul ritiene che i dati siano utili per utilizzatori e medici, ma non affidabili al 100%.
Fonte: epfl.ch/index.en
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