Recensioni verificate Soddisfatta del servizio.
Personale disponibile e gentile. Lo consiglio a tutti ...
Cliente Sorgente Genetica
logomysorgente

02  4948  5291

Aurora magazine

Elaborato nuovo algoritmo per analisi più veloci del DNA

L’algoritmo matematico, frutto del lavoro congiunto dell’Accademia europea (Eurac) e della Libera Università di Bolzano, assicura il riconoscimento di sequenze regolari del DNA in sole 5 ore. Prima erano necessari 20 giorni di lavoro.

Il merito del risultato è soprattutto del ricercatore italiano Daniel Taliun: dal momento che, oltre a essere efficiente, il nuovo algoritmo è stato elaborato con grande rigore metodologico, tale importante nuovo strumento è già stato integrato nel software più utilizzato in tutto il mondo per l'analisi dei dati da DNA. Il nuovo algoritmo può essere impiegato sia per lo studio delle cause genetiche delle patologie, sia nella genetica delle popolazioni. Da una parte, infatti, l’operazione di riconoscimento di sequenze regolari di DNA rende più preciso lo studio delle variazioni genetiche associate alle malattie, dal momento che consente di limitare l'area di studio a un segmento più piccolo. Dall’altra parte, nello studio della genetica delle popolazioni, invece, il riconoscimento di segmenti regolari e punti di rottura è fondamentale per migliorare la ricerca sul background genetico.
Lo studio di Taliun ha già avuto un’ampia eco all’interno della comunità scientifica internazionale, tanto che – dopo la discussione della tesi di dottorato – il giovane studioso ha vinto un posto da ricercatore presso il dipartimento di Biostatistica dell'Università del Michigan.

Fonte: ANSA Add a comment

Il test di screening prenatale non invasivo secondo la ricerca

Un recente studio condotto su 2000 future mamme conferma la sicurezza dell'analisi del  DNA fetale

Il test standard utilizzato per il riconoscimento della presenza di eventuali anomalie genetiche nel feto, o di anomalie cromosomiche, è l’amniocentesi. Si tratta di un test invasivo per la donna e per il feto: un ago attraverso l'addome della mamma entra nel sacco amniotico e ne aspira del liquido. Questo test espone la mamma a un rischio di aborto pari all’1% e può indurre malformazione e infezioni nel feto. 

L'analisi del DNA fetale raccolto dal sangue materno è preferibile all'amniocentesi, perché non è invasiva e di conseguenza non espone madre e feto a rischi procedurali. Come sostiene il dottor Kang Zhang, direttore e fondatore dell'Istituto di UCSD for Genomic Medicine, è preferibile rilevare anomalie cromosomiche il prima possibile, consentendo in questo modo alla famiglia e alla madre la possibilità di decidere al meglio per la salute del figlio

FONTE: Kpbs.org

Add a comment

I pesticidi diminuiscono il numero di spermatozoi

Uno studio di Niels Skakkebaek dell’Università di Copenhagen analizza perché il numero medio di spermatozoi sta diminuendo. Secondo il professore, i pesticidi riducono la conta spermatica e raddoppiano il rischio di cancro ai testicoli.

Negli ultimi quarantanni, in Occidente si sta assistendo a un crollo della fertilità maschile. Sono inoltre aumentati i casi di tumore testicolare, con relative conseguenze sulla capacità di concepire. Anche per queste ragioni, sempre più coppie fanno ricorso alla fecondazione in vitro.

I dati parlano chiaro: la fertilità maschile sta diminuendo e i casi di cancro stanno aumentando. Il cambiamento è stato troppo rapido per dare la colpa a fattori genetici. Rimangono quindi solo quelli ambientali e legati allo stile di vita.

Lo studio danese punta il dito contro alcuni pesticidi molto presenti negli alimenti consumati quotidianamente. La vita moderna espone l’organismo a varie sostanze che danneggiano il sistema endocrino. Anche esposizioni minime potrebbero avere conseguenze devastanti sulla capacità di concepire.

Parte della colpa della diminuzione complessiva della fertilità sarebbe anche del consumo di zuccheri. Una donna che beve più di una bevanda zuccherata al giorno avrebbe il 16% di possibilità in meno di rimanere incinta dopo la IVF. Quest’ultima scoperta arriva all’Università di Harvard.

Fonte: guardian.ng

Add a comment