La Fondazione Dot ha un obiettivo ambizioso: debellare il rigetto grazie alla ricerca genetica sui trapianti. La fondazione è nata pochi mesi fa, grazie a un’iniziativa della Regione Piemonte. Alla sua testa c’è il professor Mauro Salizzoni, esperto in trapianti.
Il rigetto è un problema che colpisce circa un quinto di chi ha ricevuto un organo nuovo. Si calcola che il 20% di coloro che sono in attesa di un trapianto, siano al loro secondo tentativo. In questi casi, il primo organo è stato attaccato dal sistema immunitario del paziente e danneggiato in maniera irreparabile. Il lavoro della Fondazione Dot mira a risolvere questo problema individuando eventuali marcatori precoci del rigetto. In questo modo si eviterebbe di perdere l’organo trapiantato.
Salizzoni ha lanciato un annuncio: potrebbero bastare 200 mila euro e un anno di lavori per far partire il progetto. Un progetto che torna alle origini della storia dei trapianti, cominciata proprio dalla genetica. Un progetto che potrebbe apportare benefici anche ad altri ambiti della medicina. Ricordiamo che il nuovo farmaco contro l’epatite C arriva proprio dalla medicina dei trapianti.
Per avviare la ricerca, occorrerà raccogliere e archiviare migliaia di campioni biologici di donatori e riceventi. I ricercatori ne analizzeranno il DNA, in modo da individuare eventuali varianti genetiche comuni. Queste potrebbero diventare marcatori precoci legati al rischio di rigetto, permettendo di abbinare meglio organo e ricevente. Ciò allungherebbe la vita degli organi trapiantati e migliorerebbe quella di coloro che li ricevono.
Fonte: ansa.it
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