Un gruppo di ricercatori dell’Università del Texas ha svelato come comunicano le cellule materne e quelle fetali. Grazie a queste informazioni, sarà possibile sviluppare dei test non invasivi che monitorino lo stato di salute di entrambi durante la gestazione.
Nel corso dei nove mesi, la comunicazione tra cellula materne e fetali è costante. I mezzi sono sacchi chiamati esosomi, che contengono sostanze chimiche particolari. Studi precedenti hanno già mostrato che gli esosomi fetali segnalano all’organismo materno quando tutti gli organi sono maturi. In questo modo il corpo della madre può dare il via al travaglio e al parto. Con le giuste tecnologie, si potrebbero usare questi segnali per monitorare lo stato dello sviluppo fetale.
I ricercatori hanno usato delle cavie dotate di esosomi fluorescenti. In questo modo le proteine da essi prodotti e contenute nei campioni erano più facili da individuare. Questo ha permesso loro di distinguere tra esosomi materni e fetali, così da comprendere meglio le comunicazioni in atto.
Da quanto è emerso, gli esosomi fetali sono un indicatore affidabile dello stato di salute del feto. Per misurarli basta un campione di sangue materno, il che potrebbe aprire le porte a una nuova generazione di test prenatali non invasivi. Inoltre, le analisi hanno svelato le funzioni particolari degli esosomi materni.
Agire sugli esosomi della madre potrebbe produrre cambiamenti funzionali nel feto. Con i giusti farmaci, potrebbe addirittura prevenire fenomeni come i parti pretermine e tutto quello che ne consegue. Si potrebbero legare farmaci specifici agli esosomi, in modo da far superare loro la placenta per prevenire infiammazioni fetali. Ciò avrebbe un impatto positivo su 15 milioni di gravidanze ogni anno e potrebbe prevenire 1 milione di morti neonatali l’anno.
Fonte: utmb.edu
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