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Aurora magazine

L’esposizione prenatale al paracetamolo riduce la fertilità?

Assumere paracetamolo in gravidanza potrebbe intaccare la fertilità della prole. È quanto emerge da un articolo del dottor David Kristensen, dell’Università di Copenaghen. Il ricercatore ha analizzato tre studi sui roditori, nei quali le femmine gravide hanno assunto paracetamolo. Tutti hanno evidenziato un calo della fertilità della prole, specie nelle femmine.

Il paracetamolo è un antidolorifico usato comunemente in gravidanza. Studi recenti hanno evidenziato dei possibili collegamenti ad alcune complicazioni, tra cui i problemi di fertilità nella prole. Nei test analizzati, le femmine esposte a paracetamolo in età prenatale sono nate con meno ovociti. Ciò ha provocato maggiori difficoltà nel concepire, specie andando avanti con gli anni. Effetti simili potrebbero esserci anche negli esseri umani, anche se saranno necessari ulteriori test.

Per il momento mancano studi del genere sugli esseri umani, di conseguenza è poco chiaro se ci sia un collegamento tra paracetamolo e calo della fertilità. In modo da chiarire anche questo punto, sarà necessario analizzare i dati provenienti da studi sugli esseri umani. Nel mentre, il dottor Kristensen consiglia di non eccedere con il paracetamolo in gravidanza e di chiedere consiglio al medico in caso di dolori.

Fonte: endocrinology.org

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Scoperto come il virus Zika provoca la morte fetale

In presenza di una particolare proteina antivirale, il virus Zika provoca la distruzione delle cellule fetale con conseguente aborto spontaneo. È quanto rivela uno studio del Howard Hughes Medical Institute. La proteina – un recettore coinvolto nei segnali del sistema immunitario – è una probabile causa di aborto spontaneo e di altre complicazioni. La scoperta potrebbe avere ripercussioni anche su quante soffrono di malattie autoimmuni e non riescono ad avere un figlio.

Il virus Zika è collegato sia a difetti congeniti sia a morte fetale. I ricercatori hanno analizzato il ruolo delle proteine di segnalazione chiamate interferoni. Gli interferoni sono tra i fattori antivirali più potenti nel corpo umano. Quando l’organismo individua un virus, le cellule rilasciano interferoni che stimolano la risposta immunitaria. Si sapeva già che le cavie adulte prive del recettore che collega interferone-alfa e interferone-beta sono più soggette al virus Zika.

Il team del dottor Iwasi ha analizzato in che modo gli interferoni interagiscono con il virus Zika in gravidanza. Le cavie gravide prive del recettore e infettate hanno dato alla luce feti a propria volta infetti. Nelle cavie aventi il recettore, invece, si è registrato un più alto tasso di aborti spontanei. La causa sarebbe stato un mix di cambiamenti strutturali e molecolari, che avrebbero portato a un deficit di vasi sanguigni nella placenta.

Secondo Iwasaki, il recettore dell’interferone potrebbe spingere l’organismo a uccidere il feto in risposta al segnale di allarme. Ne deriva che l’interferone, insieme all’abilità del feto di rispondere a determinate infezioni, potrebbe essere la causa di alcune complicazioni anche negli umani. Una risposta simile a quella con il virus Zika sarebbe presente anche nei casi di toxoplasmosi, herpes e lupus.

Fonte: medicalxpress.com

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Troppo acido folico in gravidanza aumenta le allergie?

L’acido folico è fondamentale per il corretto sviluppo del feto. Secondo una ricerca dell’Università di Adelaide, però, prenderne troppo nelle ultime fasi della gestazione aumenterebbe il rischio di allergie. Questo effetto sarebbe particolarmente marcato nei feti più piccoli.

L’acido folico in gravidanza serve a prevenire malformazioni del tubo neurale. Le linee guida australiane consigliano di prendere gli integratori un mese prime del concepimento e tre mesi dopo il concepimento. Dopo questo periodo, sarebbe bene interrompere l’assunzione degli integratori, a meno che il medico non dia indicazioni diverse. Secondo il dottor Gatford, infatti, troppo acido folico nelle ultime fasi della gestazione aumenta il rischio di allergie per il feto.

Altre ricerche avevano mostrato che la restrizione della crescita intrauterina diminuisce il rischio di allergie. Il team del dottor Gatford ha quindi analizzato gli effetti degli integratori nelle gravidanze normali e in quelle soggette a questa complicanza. I test sulle pecore hanno mostrato che troppo acido folico nell’ultimo trimestre aumenta il rischio di allergie in entrambi i gruppi.

Secondo lo studio, troppo acido folico a fine gravidanza annulla l’effetto protettivo dato dalla restrizione della crescita intrauterina. Per verificare se questo sia vero anche per gli esseri umani saranno necessari altri studi. In generale, la raccomandazione rimane sempre la stessa: attenersi a quanto prescritto dal medico ed evitare le automedicazioni.

Fonte: eurekalert.org

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Le future mamme inglesi hanno bisogno di un’assistenza migliore

Un’assistenza medica migliore avrebbe potuto salvare circa 2 donne inglesi su 5, morte durante il parto o poco dopo. È questo quanto rivela il report Confidential Enquiry into Maternal Deaths and Morbidity.

I ricercatori hanno analizzato 124 casi di donne morte di parto nel Regno Unito. Hanno scoperto che il 41% di loro si sarebbe salvata, se avesse ricevuto un’assistenza medica migliore. Lo studio invita i medici a seguire maggiormente le pazienti, avvertendole anche di non prendere farmaci senza prescrizione.

Secondo i dati, tra il 2013 e il 2015 nel Regno Unito sono morte quasi 9 donne ogni 100.000 durante il parto o subito dopo. Di queste, i due terzi sono morte per malattie fisiche o mentali preesistenti. Solo il 35% di queste aveva ricevuto cure mediche adeguate, mentre nel 41% dei casi si sono verificate delle mancanze. Su 9 morti per epilessia, 7 sarebbero potute essere evitate con un’assistenza più attenta.

Gli studiosi hanno scoperto che un buon numero delle donne morte per epilessia aveano interrotto le cure. Secondo le ricerche, né loro né i dottori che le avevano in cura avevano considerato i possibili effetti della scelta. Ciò rivela la necessità di rivolgersi non solo a un ginecologo, ma anche a uno specialista in caso di malattie del genere. Sarebbe inoltre importante avvertire lo specialista nel caso in cui si stesse programmando una gravidanza.

Fonte: theguardian.com

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