Uno studio apparso sul Journal of Neuroscience avrebbe dimostrato che le figlie femmine erediterebbero la struttura del sistema corticolimbico dalla madre.
Il sistema corticolimbico è un insieme di aree cerebrali coinvolte nella regolazione delle emozioni, il cui cattivo funzionamento sta alla base di alcuni disturbi emotivi come la depressione.
Gli scienziati hanno osservato 35 coppie di genitori e figli, tutti tra i cinque e i tredici anni e tutti senza diagnosi di disturbi dell’umore. I soggetti sono stati sottoposti a test per valutare ansia, depressione e, aggressività, disturbi dell’attenzione e iperattività. È stata inoltre misurata la densità di materia grigia nelle aree del cervello che compongono il corticolimbico. Dai risultati emergerebbe un’associazione tra madre e figlia molto più forte rispetto a tutte le altre possibili, il che renderebbe molto più probabile l’ipotesi che certi disturbi siano trasmessi di madre in figlia.
Se anche questa ipotesi fosse confermata, non bisogna però pensare che una madre depressa comporti automaticamente una figlia depressa. I disturbi emotivi sono determinati da molti fattori, tra i quali l’ambiente sociale e le esperienze di una persona. L’ereditarietà sarebbe dunque solo uno dei tasselli e lo studio aiuterebbe la ricerca sui modelli di trasmissione intergenerazionale nel cervello umano, per comprendere in che modo le strutture cerebrali vengono ereditate.
Per avere un quadro più ampio, gli studiosi stanno prendendo in esame anche famiglie con figli concepiti mediante fecondazione in vitro, casi di maternità surrogata e di fecondazione omologa. Saranno osservati, in particolare, i casi in cui gli ovociti provengono da una donatrice esterna alla coppia: qui si ha l’influenza materna prenatale e post-natale, ma manca l’input genetico materno. Nei casi di maternità surrogata, invece, ci sono l’influenza genetica della madre e quella post-natale, ma manca quella prenatale.
L’osservazione di tutti questi casi dovrebbe servire a comprendere quale sia il peso della genetica nella trasmissione dei disturbi emotivi, quale quello dell’ambiente. In questo modo di spera di individuare i soggetti a rischio prima dell’insorgenza di eventuali problemi.
Fonte: lastampa.it
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