La sifilide è una malattia sessualmente trasmissibile provocata dal batterio Treponema pallidum. Le prime testimonianze risalgono al XVI secolo ed è probabilmente originaria delle Americhe. La sua incidenza in occidente è calata verso la fine del 1800, con un nuovo picco dopo la Prima Guerra Mondiale. I nuovi metodi diagnostici e gli antibiotici ne hanno ridotto di nuovo l'incidenza dopo la Seconda Guerra Mondiale. Si sta però diffondendo di nuovo negli ultimi anni, specie nei paesi in via di sviluppo.
La sifilide ha un decorso lungo e privo di manifestazioni cliniche evidenti, che provoca spesso diagnosi tardive. I sintomi tipici della malattia sono le ulcere che si formano nella zona genitale e orale, spesso scambiate per i sintomi di altre malattie. Nel caso si riscontrino ferite sospette, quindi, è bene far analizzare i materiali prelevati da esse. I test diagnostici rilevano la presenza degli anticorpi della malattia o del batterio Treponema. In caso di gravidanza, il test va effettuato nelle prime settimane di gestazione, insieme ad altri test di screening prenatale.
Se non trattata, la sifilide intacca il sistema nervoso e i vasi arteriosi, portando a disordini mentali e a volte alla morte. È quindi importante ricorrere periodicamente al test diagnostico apposito e, in caso di esito positivo, procedere con una terapia antibiotica. A seconda dello stadio della malattia e della sua gravità, l'assunzione della penicillina è più o meno prolungata. Durante il trattamento, bisogna inoltre astenersi da qualsiasi attività sessuale.
La malattia si trasmette per via sessuale, attraverso il contatto con le ferite infette. I casi più frequenti di contagio sono durante i primi stadi, quando le persone sono ignare della propria malattia. Per ridurre al minimo il rischio, è bene usare il preservativo per qualunque contatto sessuale.
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