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Aurora magazine

Un nuovo metodo contraccettivo dalla medicina tradizionale

Un team dell'Università della California ha trovato un nuovo metodo contraccettivo a partire dalla medicina tradizionale. I ricercatori hanno analizzato alcuni metodi popolari usati per evitare le gravidanze. Hanno così trovato due sostanze in grado di bloccare la fertilizzazione, privi di effetti collaterali su ovuli e spermatozoi. Con ulteriori studi, potrebbero diventare un'alternativa alla contraccezione ormonale.

La mobilità degli spermatozoi è uno dei fattori chiave nel concepimento. Gli spermatozoi nuotano lungo tutto il tratto riproduttivo femminile e nei pressi dell'ovulo fanno uno scatto in avanti. Grazie a questo scatto acquisiscono la forza per penetrare la barriera dell'ovulo e fecondarlo. Per scattare in avanti usano delle catene di calcio che si aprono sotto lo stimolo degli ormoni femminili. Il calcio fluisce nella coda e le dà la forza per aumentare il ritmo.

Il Tripterygium wilfordii o “erba del tuono” è una pianta usata come contraccettivo nella medicina tradizionale cinese. Contiene una sostanza chiamata pristimerina, in grado di annullare la mobilità degli spermatozoi. La pristimerina si lega infatti alla proteina ABHD2 e impedisce l'apertura delle catene del calcio. Questo impedisce agli spermatozoi di fare lo scatto finale e di penetrare la barriera dell'ovulo. Il lupeol, uno sostanza antitumorale del mango, ha proprietà simili.

Secondo lo studio, le due sostanze potrebbero sostituire i contraccettivi ormonali. Le si potrebbe trasformare in pillole o inserire in cerotti e anelli vaginali, come si fa oggi con alcuni ormoni. Si guadagnerebbero dei contraccettivi più sicuri e sani di quelli attuali. Per questo motivo i ricercatori stanno cercando dei metodi di estrazione economici e stanno valutando gli effetti sull'uomo nel lungo periodo.

Fonte: berkeley.edu

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Fertilità maschile: trovate cellule che riparano i testicoli

I ricercatori dell'Università di Edinburgo hanno scoperto un gruppo di cellule fondamentali nella rigenerazione dei testicoli. Bloccando queste cellule si blocca anche il processo di riparazione dei tessuti, che serve per produrre spermatozoi sani. La scoperta potrebbe aiutare a sviluppare nuovi strumenti contro l'infertilità maschile.

I testicoli sono organi molto esposti a possibili danni esterni, tra cui radiazioni e chemioterapia. Nonostante abbiano salvato la vita a tanti ragazzi, questi trattamenti portano spesso all'infertilità. In alcuni casi, però, i meccanismi cellulari interni riescono a riparare i danni nei tessuti. È ancora poco chiaro come ciò accada.

Il team di Edimburgo ha tolto delle cellule conosciute come Miwi2 da un gruppo di topi. Le cavie prive delle cellule espresse non erano in grado di riparare i danni dei testicoli. Ciò prova il ruolo di questo tipo di cellule nella rigenerazione cellulare. È inoltre emerso che Miwi2 hanno funzioni simili a quelle delle cellule staminali, che consentono loro di reagire ai danni.

Lo studio apre diverse opzioni per i ragazzi in età prepuberale costretti a sottoporsi a chemioterapia o radioterapia. È infatti il primo passo per capire come riparare i danni ai testicoli, affinché recuperino le loro funzioni riproduttive. Adesso sarà necessario individuare l'equivalente di Miwi2 negli esseri umani.

Fonte: eurekalert.org

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I vetrini di diamante aumentano le possibilità di successo della IVF?

Una ricerca della Ulm University ha rivelato che i vetrini di diamante aiutano gli spermatozoi a vivere più a lungo. La scoperta potrebbe aiutare tante coppie che ricorrono alla fecondazione in vitro o IVF. I vetrini in diamante e l’uso di una luce rossa rendono gli spermatozoi più attivi e aumentano le possibilità di successo.

Una delle fasi più critiche della IVF avviene nei vetrini in polistirene dei laboratori. I medici uniscono spermatozoi e ovociti. Se la fecondazione riesce, impiantano lo zigote ottenuto nell’utero. Il problema è che gli spermatozoi trasudano delle molecole dannose per le cellule, note come radicali liberi. Nel corpo umano i radicali liberi sopravvivono pochissimo, ma il polistirene crea una pellicola che permette loro di sopravvivere. Ne consegue che gli spermatozoi subiscono i danni dei propri stessi radicali liberi.

Molti spermatozoi esposti al polistirene perdono mobilità e sono incapaci di fecondare l’ovocita. Se il campione contiene molti spermatozoi mobili, in danno è contenuto. Se così non è, le probabilità che la IVF riesca calano in maniera importante.

Il diamante crea uno strato che non trattiene i radicali liberi, proteggendo gli spermatozoi. I ricercatori hanno ne hanno usato un foglio sottilissimo per coprire l’interno dei vetrini. Vi hanno messo dentro degli spermatozoi umani e ne hanno misurato la mobilità, confrontandola con quella degli spermatozoi messi nei normali vetrini. Dopo un’ora, i vetrini di diamante contenevano il 300% di spermatozoi attivi in più rispetto a quelli in polistirene.

I ricercatori hanno combinato i vetrini di diamante con l’uso di una luce rossa. Studi precedenti hanno infatti mostrato che una luce particolare aumenta l’energia prodotto dai mitocondri. Con la combinazione, le probabilità di successo sono ulteriormente aumentate.

Saranno necessari ulteriori test. Per il momento, uno degli ostacoli maggiori è il prezzo dei vetrini in diamante. Sarà inoltre necessario esplorare eventuali effetti collaterali.

Fonte: sciencemag.org

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Proteggere le cellule staminali spermatiche per preservare la fertilità dopo il cancro

I ricercatori dell’Università dello Stato di Washington hanno trovato un modo per proteggere le cellule staminali spermatiche. Grazie alla scoperta si preserverà la fertilità di ragazzi malati di cancro, costretti a sottoporsi a trattamenti invasivi. Sia chemioterapia che radioterapia possono infatti rendere infertili, con conseguenze psicologiche in età adulta.

Un uomo adulto e fertile produce circa 1.300 spermatozoi ad ogni battito del cuore, derivanti da cellule staminali spermatiche. Queste cellule staminali sono presenti dalla nascita e ciascuna di esse produce circa 5.000 spermatozoi. Chemioterapia e radioterapia, per quanto fondamentali per debellare certi tipi di tumore, spesso uccidono le cellule staminali spermatiche. Nel caso di bambini in età prepuberale, quindi, possono causare una futura sterilità.

I ricercatori hanno marcato un gene delle cellule staminali spermatiche in cavie prepuberali, per studiarne la differenziazione. Hanno così scoperto che nelle prime fasi del processo le cellule staminali ottengono energia dalla glicolisi. Nelle fasi successive passano invece alla fosforilazione ossidativa. Questo secondo metodo ha il difetto di produrre radicali liberi, forme reattive di ossigeno dannose per le cellule del DNA.

Per conservare le cellule staminali spermatiche lungo tutta la vita fertile dell’individuo, bisogna preservarne il genoma. Ecco perché è importante favorire la glicolisi a discapito della fosforilazione ossidativa. Il team ha quindi abbassato i livelli di ossigeno delle cellule conservate. In questo modo le cellule staminali in grado di produrre spermatozoi dopo 6 mesi dalla raccolta sono aumentate dal 5% al 40%.

Il prossimo passo è verificare se le cellule staminali nella coltura subiscono cambiamenti epigenetici, che ne influenzino la capacità di produrre spermatozoi funzionanti. Bisogna inoltre verificare se la tecnica funziona anche su tessuti umani.

Fonte: wsu.edu

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