I fibromi uterini sono dei tumori benigni che colpiscono il 70% delle donne entro i 50 anni. Circa 1 donna su 4 delle donne in età riproduttiva avverte i sintomi, tra cui mestruazioni molto dolorose. Le cause sono fattori genetici, cui si aggiungono ormoni steroidei e fattori di crescita. Secondo uno studio, i fibromi intramurali potrebbero interferire con la fertilità e con il successo della IVF.
A seconda del tipo di fibroma, cambiano anche gli effetti sulla fertilità femminile. I miomi uterini distorcono la cavità uterina, aumentando il rischio di infertilità e aborto spontaneo. I fibromi sottosierosi che crescono fuori dall’utero, invece, non sembrano avere effetti negativi sulla riproduzione. Il ruolo dei fibromi intramurali è molto più controverso. Lo studio ha valutato l’impatto di questi ultimi sulla IVF.
Lo studio ha coinvolto 163 donne affette da fibromi intramurali che non hanno distorto la cavità. Tutte le interessate erano state schedulate per le procedure di IVF. Vi hanno affiancato un gruppo di controllo privo di fibromi a vista composto da 326 donne. I ricercatori hanno iniettato in tutte le donne la prima dose di ormone per la stimolazione dei follicoli. Ad alcune hanno impiantato gli embrioni dopo 3 giorni, ad altre dopo 5 giorni.
Il tasso di gravidanze è stato del 32,5% nel primo gruppo, contro il 42,6% nel secondo gruppo. Il tasso di nati vivi nelle donne con i fibromi è stato del 26,9%, contro il 37,4% nelle altre. La percentuale di nati vivi è stata quasi immutata tra le donne con 1 fibroma e con 2 o più fibromi. La percentuale di gravidanze è invece cambiata in maniera importante.
I fibromi più piccoli di 3 cm non sono stati associati con un impatto negativo significativo. Quelli sopra i 3 cm invece hanno avuto un impatto molto importante sugli esiti della IVF. La causa è poco chiara, dato che i fibromi intramurali non influenzano la forma dell’utero. La rimozione chirurgica provoca cicatrici e ritarda l’inizio dei trattamenti di fecondazione. Tutto ciò senza aumentare il numero di gravidanze in maniera significativi.
Fonte: medscape.com
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