I ricercatori dell’Università dello Stato di Washington hanno trovato un modo per proteggere le cellule staminali spermatiche. Grazie alla scoperta si preserverà la fertilità di ragazzi malati di cancro, costretti a sottoporsi a trattamenti invasivi. Sia chemioterapia che radioterapia possono infatti rendere infertili, con conseguenze psicologiche in età adulta.
Un uomo adulto e fertile produce circa 1.300 spermatozoi ad ogni battito del cuore, derivanti da cellule staminali spermatiche. Queste cellule staminali sono presenti dalla nascita e ciascuna di esse produce circa 5.000 spermatozoi. Chemioterapia e radioterapia, per quanto fondamentali per debellare certi tipi di tumore, spesso uccidono le cellule staminali spermatiche. Nel caso di bambini in età prepuberale, quindi, possono causare una futura sterilità.
I ricercatori hanno marcato un gene delle cellule staminali spermatiche in cavie prepuberali, per studiarne la differenziazione. Hanno così scoperto che nelle prime fasi del processo le cellule staminali ottengono energia dalla glicolisi. Nelle fasi successive passano invece alla fosforilazione ossidativa. Questo secondo metodo ha il difetto di produrre radicali liberi, forme reattive di ossigeno dannose per le cellule del DNA.
Per conservare le cellule staminali spermatiche lungo tutta la vita fertile dell’individuo, bisogna preservarne il genoma. Ecco perché è importante favorire la glicolisi a discapito della fosforilazione ossidativa. Il team ha quindi abbassato i livelli di ossigeno delle cellule conservate. In questo modo le cellule staminali in grado di produrre spermatozoi dopo 6 mesi dalla raccolta sono aumentate dal 5% al 40%.
Il prossimo passo è verificare se le cellule staminali nella coltura subiscono cambiamenti epigenetici, che ne influenzino la capacità di produrre spermatozoi funzionanti. Bisogna inoltre verificare se la tecnica funziona anche su tessuti umani.
Fonte: wsu.edu