Un gruppo dell’Università della Pennsylvania e della società 23andMe ha analizzato i geni di oltre 300.000 persone. Sono così emerse 15 regioni di Dna ricollegabili alla depressione, coinvolte nell’insorgere della malattia. La scoperta potrebbe aiutare gli scienziati a trovare nuovi trattamenti.
La ricerca ha sfruttato la banca dati della 23andMe, che conserva i test genetici e i dati di 338.000 persone di origine europea. Tra queste oltre 75.000 hanno mostrato problemi di depressione. Secondo le analisi, le persone con problemi di depressione hanno in comune delle anomalie in 15 regioni di Dna. Molte di queste riguardano geni legate allo sviluppo cerebrale, ma toccano anche altre zone del corpo. La depressione è in effetti una malattia che va oltre la componente mentale, provocando privazione del sonno, problemi alimentari, debolezza. È quindi plausibile che le cause siano legate all’attività di molti geni, non necessariamente legati alla sfera neurologica.
La scoperta potrebbe rivoluzionare i trattamenti contro la depressione, che spesso si basano ancora su scoperte vecchie anche di 40 anni. L’analisi delle 15 zone potrebbe aiutare a comprendere meglio le cause della malattia e a sviluppare di nuovi farmaci. È infatti da tempo noto il ruolo della familiarità nell’insorgere della depressione. Ciononostante, gli studi genetici precedenti non avevano identificato le anomalie che la provocano.
Il nuovo studio è rilevante anche per l’attenzione posta sulla popolazione europea. Gli unici risultati ottenuti in precedenza riguardavano anomalie frequenti nelle donne cinesi depresse, ma difficili da identificare nelle altre popolazioni. Un altro studio aveva già rilevato la possibile ereditarietà dei disturbi emotivi da madre a figlie femmine.
Fonte: ilfattoquotidiano.it
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