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Aurora magazine

Individuato il gene della memoria a lungo termine

Il team di Francesco Papaleo dell'Istituto italiano di Tecnologia (IIT) ha individuato le basi della memoria a lungo termine. I ricercatori hanno trovato i meccanismi che stanno alla base del multitasking e della memoria. La scoperta troverà applicazione nel trattamento personalizzato di schizofrenia e di altre patologie psichiatriche.

Il 25% della popolazione presenta una variazione genetica, che aiuta la memoria a lungo termine oppure il multitasking. Secondo lo studio, ogni persona può essere abile in solo una delle due cose. O si ha un’ottima memoria a lungo termine, o si è in grado di fare molte cose insieme. Entrambe le abilità non possono convivere nello stesso soggetto per motivi genetici.

Il gene COMT regola il sistema dopaminergico, responsabile del controllo dei movimenti volontari, delle funzioni cognitive e motivazionali. La ricerca ha rivelato il suo ruolo anche nel sistema  endocannabinoide, che controlla invece memoria e apprendimento. È inoltre emerso che il 25% della popolazione ha una versione mutata del gene.

La mutazione può determinare l’iperattività di COMT. I soggetti con la versione iperattiva del gene hanno una memoria migliore, ma sono meno abili nel multitasking. Coloro che sono privi della mutazione, invece, hanno una memoria a lungo termine peggiore e maggiori capacità di multitasking.

Fonte: ansa.it

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Donatori di sperma cercasi in Cina

In Cina si cercano sempre più donatori di sperma. La ragione? L’inquinamento e lo stress hanno abbassato il potenziale riproduttivo cinese dell’80%. Ecco perché le coppie cinesi si stanno rivolgendo in massa alle cliniche per la fertilità.

Nel 2015 il Governo cinese ha abbandonato la politica del figlio unico, così da aumentare la forza lavoro del paese. Molte coppie hanno però dovuto fare i conti con problemi di fertilità prima trascurati. L’aumento di inquinamento e stress hanno infatti abbattuto la fertilità degli uomini cinesi. Si calcola che negli anni ‘70 un uomo cinese avesse in media 100 milioni di spermatozoi per millilitro di sperma. Oggi sono solo 20 milioni.

La riduzione delle capacità riproduttive maschili ha provocato un esodo di massa verso le cliniche per la fertilità. Nel 2016 il mercato cinese della fecondazione in vitro valeva 670 milioni di dollari. Nel 2022 dovrebbe arrivare a 1,5 miliardi. I maggiori beneficiari saranno le aziende straniere, poiché solo il 18% degli uomini cinesi è in grado di donare il proprio sperma. Diventa quindi inevitabile rivolgersi ad aziende australiane e californiane per soddisfare la domanda crescente.

È difficile che le aziende straniere ottengano i permessi necessari per operare in Cina. Ciò ha provocato un aumento del turismo medico finalizzato alla procreazione assistita. Diverse agenzie di viaggio cinesi collaborano con aziende australiane o situate a Singapore, così da poter realizzare il proprio sogno di genitorialità.

Fonte: wired.it

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La vista influenza lo sviluppo postnatale del cervello

Uno studio internazionale guidato da Tommaso Pizzorusso, docente presso l’Università di Firenze, ha mostrato che gli occhi influenzano lo sviluppo del cervello. L’uso della vista incrementa infatti il numero di molecole di microRNA, che a propria volta stimolano lo sviluppo dei circuiti cerebrali.

Le molecole di microRNA regolano il modo in cui le informazioni nei geni si trasformano in macromolecole funzionali. Osservando lo sviluppo della corteccia visiva, i ricercatori hanno scoperto che contiene un gran numero di queste molecole. In particolare, le molecole aumentano moltissimo durante il periodo di maturazione funzionale nella prima infanzia. Secondo i ricercatori, molecole di microRNA e vista potrebbero essere legati da un circolo virtuso.

Il team si è concentrato su una molecola particolare di microRNA, il miR-132. Più miR-132 ci sono, maggiore è la maturazione funzionale dei neuroni legati alla vista, i neuroni eccitatori. Senza la molecola, lo sviluppo si blocca e manca la visione 3D. Allo stesso tempo, la stimolazione visiva induce la produzione di miR-132. La molecola consente a propria volta lo sviluppo corretto della vista, che di nuovo favorisce l’aumento di miR-132. Quindi lo sviluppo cerebrale stimola lo sviluppo visivo e lo sviluppo visivo stimola lo sviluppo cerebrale.

La scoperta apre nuove prospettive per lo studio di schizofrenia e autismo. In queste malattie, l’espressione genica risponde in maniera anomala alle esperienze esterne. Ciò porta a problemi durante lo sviluppo. Lo studio identifica alcuni geni controllati dalla molecola miR-132. La causa di alcune malattie psichiatriche potrebbe risiedere nel modo in cui la molecola traduce gli stimoli.

I fattori molecolari che mediano stimoli e sviluppo cerebrale sono rilevanti anche in età adulta. La molecola miR-132 è poco presente nel cervello dei pazienti afflitti da Alzheimer. Ciò fa pensare che l’assenza di un mediatore tra mondo esterno e interno possa contribuire alla degenerazione cerebrale.

Fonte: corriere.it

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Cellule staminali meno protette in chi soffre di Huntington

Un team del Massachusetts General Hospital (MGH) ha identificato un deficit nelle cellule staminali neurali dei pazienti con malattia di Huntington. La scoperta ha consentito di elaborare un nuovo possibile trattamento.

Il fattore di trascrizione NRF2 ha il compito di proteggere le cellule dai danni esterni. Attiva infatti l'espressione di geni antiossidanti, antinfiammatori e disintossicanti. Agisce inoltre su tutti i geni che stimolano l'eliminazione delle proteine danneggiate. I ricercatori hanno scoperto che NRF2 è però poco presente nelle cellule staminali neurali di chi soffre di Huntington.

Uno studio del 2016 ha identificato un gruppo di componenti che attiva NRF2, chiamato MIND4. MIND4 inibisce inoltre l'enzima regolatore SIRT2, una strategia che ha dato ottimi risultati anche contro il Parkinson. Adesso lo scopo è esaminare se MIND4 attiva NRF2 solo nelle cavie o anche negli esseri umani. Se così fosse, avrebbe un grande potenziale terapeutico.

I ricercatori hanno testato anche MIND4-17, una versione più potente di MIND4. Nei modelli animali, il composto aumenta l'espressione di proteine antiossidanti. Imita inoltre lo stesso processo che attiva NRF2 in risposta allo stress ossidativo. In questo modo il fattore di trascrizione non viene degradato dalla malattia e può attivare i geni antiossidanti e protettivi.

L'attivazione di NRF2 produce anche degli effetti antinfiammatori. In particolare agisce sulle cellule della microglia e sui macrofagi, che penetrano nel cervello nelle ultime fasi della malattia di Huntington. In questo modo si riducono i livelli dell'infiammazione, riducendo anche gli effetti della malattia.

Nella malattia di Huntington, il gene HTT presenta una sezione ripetuta più volte. Le cellule staminali neurali umane di chi soffre della malattia presentano quindi questo problema. Più sono le ripetizioni, meno l'attivazione di NRF2 ha effetto sui sintomi. Nelle linee cellulari nelle quali le ripetizioni sono state ridotte a livelli non patologici, invece, l'attivazione è risultata più efficace. Stessa cosa per le cellule non neuronali, sui quali gli effetti del composto non sono stati influenzati dal numero di ripetizioni.

Saranno necessari ulteriori studi per testare l'efficacia del composto prima su modelli animali, poi sull'essere umano. Se i test dessero esito positivo, si avrebbe un possibile trattamento per la malattia di Huntington, il Parkinson e la SLA.

Fonte: medicalxpress.com

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