Guidati dall’Università di Adelaide, i ricercatori dell’ARC Centre of Excellence for Nanoscale BioPhotonics (CNBP) hanno migliorato la selezione degli embrioni nella IVF. Il merito è di una nuova tecnica di diagnostica per immagini, che aiuterà a stabilire la qualità degli embrioni nelle prime fasi. La tecnica potrebbe aumentare di molto le probabilità di successo dei cicli di fecondazione in vitro.
I ricercatori hanno usato un tipo particolare di immagini, che mostra le differenze nel metabolismo e nella composizione chimica degli embrioni. La tecnica consente di ottenere una misurazione obiettiva delle condizioni dei vari embrioni. In questo modo gli scienziati possono scegliere solo i più sani per l’impianto in utero.
Le immagini iperspettrali misurano la luce che le cellule producono durante le loro normali attività. A seconda delle reazioni chimiche o metaboliche in corso, cambia anche la luce. Misurando la luce, quindi, si ottengono informazioni sulle condizioni del metabolismo embrionale.
Di solito la selezione degli embrioni per la IVF avviene usando un normale microscopio. Un procedimento spesso soggettivo, che fatica a distinguere gli embrioni con più possibilità di successo. La nuova tecnica, invece, fornisce una misurazione obiettiva cui attenersi per la valutazione.
Per il momento gli scienziati hanno testato la tecnologia solo su embrioni di gatto, ma i risultati sono molto promettenti. Consente infatti di analizzare gli embrioni in maniera non invasiva, dando informazioni misurabili in tempo reale. Ciononostante, dovranno ancora passare diversi anni prima di trovarla nelle cliniche per la fertilità.
Fonte: medicalxpress.com
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