Un team guidato dalla dottoressa Susanne Pors ha ottenuto le prime ovaie artificiali in laboratorio. Se i prototipi si rivelassero sicuri ed efficaci, potrebbero risolvere i problemi di infertilità femminile legati a questi organi. In particolare, potrebbero restituire la fertilità a quante si sono sottoposte a chemioterapia in giovane età.
Prima di una chemioterapia, diverse donne fanno congelare i tessuti ovarici. Una volta che decidono di avere dei figli, si fanno impiantare nuovamente i tessuti. Il metodo è poco usato, poiché c’è sempre la possibilità che i tessuti contengano cellule tumorali che potrebbero riprodursi. Il team della dottoressa Pors ha sviluppato un metodo per far sviluppare i tessuti conservati al di fuori dell’organismo.
I ricercatori hanno usato i tessuti di alcune donne per preparare uno stampo che contenesse l’ovaio nelle prime fasi dello sviluppo. Lo scopo era stimolare la maturazione di follicoli congelati nelle prime fasi. In questo modo sarebbe stato possibile ottenere ovociti utilizzabili per la fecondazione in vitro, senza esporre le pazienti al rischio di una recidiva.
In una prima fase dello studio, i ricercatori hanno esposto i tessuti ovarici a trattamenti chimici di tre giorni. In questo modo hanno eliminato qualsiasi cellula tumorale residua, ottenendo follicoli sani nelle prime fasi dello sviluppo. Per farli maturare, li hanno innestati in un ambiente a loro favorevole, ottenuto grazie agli stampi di cui sopra. Hanno quindi trapiantato gli stampi in 20 cavie. Un quarto dei follicoli sono sopravvissuti per 3 settimane nei topi.
Il prossimo passo sarà trovare un modo per effettuare quest’ultima operazione sull’essere umano. Prima si dovrà però provare la sicurezza della procedura.
Fonte: news-medical.net