Il diabete mellito è una malattia cronica con cause ambientali e genetiche. Si divide in due forme principali:
- diabete di tipo 1, nella quale il corpo non produce insulina;
- diabete di tipo 2, nella quale l’organismo non risponde in maniera adeguata all’insulina e/o i livelli di insulina sono troppo bassi.
Ci sono anche altre forme di diabete, meno diffuse e legate ad anomalie genetiche o malattie del pancreas. Inoltre, esiste una forma di diabete che compare solo in gravidanza, detto appunto diabete gestazionale.
La mancanza di insulina o l’insulino-resistenza propri del diabete impediscono all’organismo di regolare i livelli di glucosio nel sangue, che quindi sono sempre troppo alti. In alcuni casi, l’iperglicemia non dà alcun sintomo o si manifesta in maniera troppo sottile. I sintomi più comuni sono infatti: stanchezza; sete continua; diuresi eccessiva; perdita di peso immotivata; aumento di appetito; dolori addominali. Solo nei casi più gravi si arriva alla confusione mentale e alla perdita di coscienza.
Nonostante nelle prime fasi possa passare inosservato, il diabete ha porta a conseguenze gravi sul lungo periodo. La glicemia sempre sopra la norma porta a complicanze macrovascolari e microvascolari. Queste si traducono in danni neurologici e a carico di altri organi. Chi soffre di diabete mellito rischia di contrarre danni permanenti ai reni, agli occhi e alle orecchie. Sono frequenti anche gli infarti del miocardio e l’ictus.
Ad oggi non esiste una terapia risolutiva né per il tipo 1 né per il tipo 2. I pazienti possono condurre una vita normale, a patto però di fare costanti iniezioni sottocutanee e di condurre un corretto stile di vita. Fare esercizio fisico e tenere sotto controllo il peso possono aiutare anche ad evitare l’insorgenza del diabete, specie in coloro predisposti geneticamente.
Fonte: humanitas.it