Alti livelli di cortisolo in gravidanza sono legati a una prole più ansiosa e incline a disturbi depressivi. Uno studio pubblicato su Biological Psychiatry ha analizzato le conseguenze dello stress su un gruppo di future mamme. Alti livelli di cortisolo rinforzerebbero i canali comunicativi tra regioni cerebrali adibite all’elaborazione di sentimenti e sensazioni. Le conseguenze più evidenti sono state sulla prole di sesso femminile, mentre quella di sesso maschile non ha manifestato conseguenze.
Le dottoresse Alice Graham e Claudia Buss hanno misurato i livelli di cortisolo in 70 donne incinte. Per avere dati più affidabili, hanno ripetuto l’operazione più volte nel corso di primo, secondo e terzo trimestre. Inoltre, hanno tenuto conto delle variazioni tipiche della gravidanza. Una volta nati i piccoli, hanno subito usato la risonanza magnetica per analizzare le connessioni neurali. Hanno ripetuto le analisi dopo 2 anni, analizzandone i comportamenti.
Gli alti livelli di cortisolo sono risultati legati ad alterazioni nel cervello dei neonati. I piccoli hanno mostrato conseguenze nello sviluppo di diverse regioni cerebrali e nel modo in cui comunicano tra loro. La connettività alterata coinvolgeva regioni legate all’elaborazione delle emozione, l’amigdala. Secondo lo studio, i neonati che mostravano queste alterazioni erano gli stessi che 2 anni dopo avrebbero manifestato sintomi ansiosi e depressivi.
Lo studio è l’ennesima prova di come lo stato di salute materno influenzi le condizioni future del bambino. Nello specifico, dimostra che la predisposizione alle malattie mentali si sviluppa nel ventre materno. Nel caso del cortisolo, però, le conseguenze hanno toccato solo l’attività cerebrale delle bambine.
Fonte: elsevier.com