Gli ormoni prodotti in gravidanza spingono la madre a prendersi cura del suo piccolo. Questo vale nei topi così come negli esseri umani. Secondo una ricerca dei dottori Rosalind John e Anthony Isles della Cardiff University, potrebbe esserci di più. Nel genoma del feto ci sarebbe infatti un gene che decide quanto le cure materne saranno intense.
La placenta è un organo che deriva in parte dalla madre e in parte dal feto. Il suo compito è permettere lo scambio di nutrienti tra madre e feto, ma non solo. Produce infatti degli ormoni che preparano la donna alla prossima maternità. Ormoni che paiono dipendere dal genoma fetale presente nella placenta.
La secrezione ormonale della placenta dipende da un gene del feto chiamato Phlda2. Più il gene è attivo, meno ormoni vengono prodotti. Ciò significa che il feto influenza quante cure riceverà dopo la nascita, almeno in parte. Per provare il fenomeno, i due ricercatori hanno testato la loro teoria su un gruppo di cavie.
Le piccole cavie esaminate possedevano due copie di Phlda2, una da parte di madre e una da parte di padre. Solo una delle due copie era arriva, mentre quella paterna era silenziata. I ricercatori hanno quindi creato degli embrioni di topo con entrambe le copie attive o entrambe le copie silenziate.
Le cavie che durante la gravidanza erano state esposte a livelli più bassi di ormoni accudivano meno i piccoli. Si concentravano invece sulla costruzione del nido. Viceversa nelle cavie esposte a livelli più alti di ormoni. Maggiore era l’attività di Phlda2, meno erano gli ormoni e minore era la cura data ai piccoli.
Fonte: lescienze.it