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Aurora magazine

Migliorare la fertilità femminile con l’alimentazione giusta

Mangiare bene aumenta la fertilità femminile e riduce il rischio di aborti spontanei. Una buona alimentazioni in gravidanza si ripercuote inoltre sulla salute del nascituro. È quindi bene che le donne che progettano una gravidanza seguano un’alimentazione equilibrata.

Diverse ricerche provano che lo stile di vita della madre influisce molto sullo sviluppo dell’embrione. Ad esempio, obesità e diabete aumentano la predisposizione a malattie metaboliche nel bambino, la tendenza all’obesità e all’ipertensione. Ecco perché è importante che le future mamme affrontino l’inizio della gravidanza già in ottima salute. Anzi, la qualità della vita di una donna può avere un forte impatto sui gameti stessi, il che significa che un buono sviluppo embrionale inizia già prima del concepimento.

È importante che chi sta progettando una gravidanza segua un’alimentazione ricca e variegata. Si consiglia di abbondare con frutta e verdura fresca e di preferire i cereali integrali. Sono invece da ridurre la carne rossa, i latticini e i formaggi, specie se ad alto contenuto di grassi. Da evitare in toto il fumo e l’alcool.

Fonte: humanitasalute.it

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Vaccinare la madre protegge anche il figlio

Susanna Esposito, presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, afferma che vaccinare la madre in gravidanza protegge anche il neonato. In particolare consiglia le vaccinazioni contro difterite, tetano, pertosse e influenza.

Esistono alcuni studi che dimostrano che la madre trasmette gli anticorpi al figlio, soprattutto dopo la trentaduesima settimana di gestazione. Ciò significa che vaccinarsi in gravidanza riduce il rischio che il neonato contragga certe infezioni nei primi mesi di vita. Però attenzione, questo vale solo per i vaccini inattivi a base di proteine. È meglio evitare i vaccini vivi e attenuati, come quelli contro morbillo e rosolia.

L’esperta annuncia due nuovi vaccini in fase di sviluppo, pensati per essere somministrati alle mamme in attesa. Il primo vaccino è contro il Virus Sinciziale Respiratorio e dovrebbe proteggere i neonati con meno di sei mesi da patologie infettive. Il Virus Sinciziale Respiratorio è infatti una delle principali cause di mortalità infantile. Il secondo è contro lo Streptococco di gruppo B, la causa principale di meningiti e sepsi nei neonati.

Con le dovute attenzioni e dietro consiglio del proprio medico, la futura mamma può vaccinarsi in tutta tranquillità. Ogni vaccino messo in commercio è stato testato e ne sono stati documentati tutti i possibili effetti collaterali. Anche dopo la messa in commercio, la sorveglianza è costante, quindi non c’è nulla di cui preoccuparsi.

Fonte: ansa.it

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L’obesità in gravidanza provoca una crescita eccessiva del bambino

Uno studio dell’Università di Cambridge ha preso in esame oltre 4 mila primipare, per verificare come obesità e diabete gestazionale influiscano sullo sviluppo del feto.

È emerso che la crescita eccessiva del feto inizia prima di quando vengono di solito fatto gli screening per il diabete gestazionale. Ciò significa che probabilmente i controlli andrebbero anticipati, così da prevenire eventuali complicazioni.

Il diabete gestazionale è una patologia che colpisce soprattutto le donne obese, controllabile grazie a dieta ed esercizio fisico. È pericoloso sia per la madre che per il bambino, che tende a crescere troppo mentre è ancora nel ventre materno. I bambini nati da donne affette da diabete gestazionale sono inoltre più inclini a diventare obesi e loro stessi diabetici.

Di solito i test completi per il diabete gestazionale si fanno alla ventottesima settimana, ma la ricerca fa intuire che potrebbe essere troppo tardi. Si ritiene che fino alla ventesima settimana il diabete non tocchi lo sviluppo del feto. Inizia a influenzarlo tra la ventesima e la ventottesima settimana di gravidanza, quindi prima di quando vengono effettuati gli screening. Inoltre l’obesità della madre sembra essere un fattore di rischio anche in assenza di diabete.

Secondo i ricercatori, lo studio dimostra che i test per il diabete gestazionale dovrebbero essere fatti molto prima. Infatti intervenire per tempo sulla madre in gravidanza, mediante una giusta alimentazione ed esercizio fisico, potrebbe essere vitale anche per il bambino.

Fonte: sciencedaily.com

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Chi nasce in autunno o in inverno è più a rischio di allergie

Uno studio dell’Università di Southampton, in Gran Bretagna, rivela che chi è nato in autunno o in inverno è più a rischio di allergie. Nel DNA è infatti presente un marcatore che collegherebbe stagione di nascita e predisposizione a questo genere di disagi.

La scoperta ha le sue radici nell’epigenetica, la branca della genetica che studia in che modo l’espressione genica può cambiare senza alterazioni del DNA. Mentre il DNA viene ereditato dai genitori, i marchi epigenetici rispondono anche alle alterazioni ambientali durante la gestazione, alla dieta condotta dalla madre in gravidanza, alla presenza o meno di allergeni nell’aria. Modificazioni che rimangono impresse per anni nel genoma del nascituro e che, secondo gli studi, hanno le loro radici nel grembo materno ma si sviluppano dopo la nascita.

Lo studio inglese è stato condotto su 367 bambini, tutti provenienti dall’isola di Wight in Gran Bretagna. Dall’analisi dei loro profili genetici è emerso che a 18 anni il genoma di una persona mostra ancora segni della stagione in cui è nata. Questo potrebbe spiegare il collegamento tra stagione di nascita e maggiore o minore propensione alle allergie.

La finalità dello studio non è consigliare di concepire in una stagione piuttosto che in un’altra. I ricercatori mirano a comprendere piuttosto quali sono i fattori stagionali che provocano l’emergere di un’allergia in età adulta. In questo modo si potrebbe aiutare la madre a integrare eventuali minerali o vitamine mancanti in una determinata stagione, così da ridurre il rischio di allergia nel nascituro.

Fonte: corriere.it

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