Un nuovo studio analizza il potenziale dei test genetici nel campo dell’allenamento sportivo. Secondo i ricercatori, i test aiuteranno a creare schede personalizzate e a prevenire il rischio di lesioni. Per il momento è ancora fantascienza, ma con l’avanzamento delle tecnologie il futuro si sta avvicinando.
Una regolare attività fisica migliora la salute e riduce il rischio di malattie croniche, D’altra parte, il tipo di esercizio dovrebbe cambiare di persona in persona. Al di là dell’alimentazione e dei fattori socioeconomici, infatti, anche la genetica gioca un ruolo fondamentale nell’esito degli allenamenti. La presenza di patologie cardiache sconosciute aumenta addirittura il rischio di attacco cardiaco durante attività fisiche intense. Alcune varianti genetiche, invece, aumentano il rischio di lesioni ai tendini.
Lo studio “Genetic testing for exercise prescription and injury prevention” analizza i progressi fatti nell’applicazione dei test genetici all’ambito sportivo. Gli autori hanno valutato i dati di studi precedenti, così da identificare i geni legati a diversi tipi di lesioni. Secondo lo studio, questi dati potrebbero essere usati per sviluppare nuovi test genetici destinati all’elaborazione di allenamenti personalizzati.
I test genetici per l’ambito sportivo potrebbero aiutare chi soffre di sindrome di Marfan. È una malattia genetica provocata da una mutazione nel gene che codifica per la fibrillina-1. Chi soffre di questa condizione ha arti molto lunghi e una struttura esile, caratteristiche comuni tra i giocatori di basket e di pallavolo. I test genetici potrebbero aiutare a identificare chi ne soffre, riducendo il rischio di aneurisma e dissezione aortica.
Fonte: medicalnewsbulletin.com