Uno studio di Allison W. Kurian, dell’Università di Stanfort, rivela che pochissime donne con diagnosi di cancro al seno hanno usato i test genetici. Il team ha coinvolto donne tra i 20 e i 79 anni affette da forme di cancro al seno dallo stadio 0 allo stadio 2. I ricercatori hanno chiesto alle pazienti di rispondere a dei questionari due mesi dopo l’operazione di rimozione del tumore. Dalle risposte è emerso che solo il 29% delle pazienti aveva effettuato i test genetici.
I test per l’individuazione dei geni BRCA1 e BRCA2 sono disponibili da oltre 20 anni. Negli ultimi anni, grazie ai progressi in ambito tecnologico e scientifico, sono diventati più efficaci e meno costosi. Ciononostante, sono ancora poche le pazienti che conoscono i benefici derivanti dai test. Lo studio ha quindi indagato su quante pazienti avrebbero effettuato un test genetico; quante pazienti ne avessero parlato con un dottore; quante avessero effettuato il test genetico.
Di tutte le pazienti interrogate, sono più di 2.500 le donne che hanno risposto al questionario, ovvero il 71%. Di queste il 66% ha affermato che avrebbero effettuato un test genetico, ma solo il 29% l’ha effettivamente fatto. Di questo 29%, il 62% erano donne ad alto rischio che si erano consultate con un medico in proposito. Ciò che stupisce è che solo il 40% delle donne ad alto rischio aveva ricevuto il consiglio di effettuare il test da parte di un medico. Ciò significa che moltissime donne non sono state messe al corrente di una grande arma di prevenzione.
Solo il 53% delle pazienti ad alto rischio avevano infatti effettuato il test genetico. Secondo lo studio, buona parte della colpa sarebbe dei medici curanti, che non avrebbero riconosciuto le situazioni ad alto rischio e l’importanza di un test genetico. Contrariamente da quanto creduto in precedenza, il costo degli screening genetici avrebbe un ruolo, ma non di primaria importanza.
Fonte: eurekalert.org