I test prenatali e genetici sollevano qualche preoccupazione, a volte. Alcune persone credono che li si possa usare per ottenere bambini su misura, con caratteristiche decise a tavolino. In realtà, i test di screening servono solo a verificare lo stato di salute di embrioni e feti. L’epigenetica vera e propria è solo fantascienza, almeno al momento. Uno studio condotto dal dottor Shai Carmi dell’Università di Gerusalemme conferma la cosa.
Lo studio mette in luce come molti tratti dipendano da varianti su più geni, non da una singola mutazione. Questo fatto complica gli screening prenatali, quanto meno per certe malattie – e rende di fatto impossibile programmare un bambino a piacere. Tratti come l’intelligenza o l’altezza dipendono infatti da un gran numero di fattori, alcuni ambientali e altri genetici. In base alle conoscenze che abbiamo oggi, cercare di selezionare un embrione in base all’intelligenza futura sarebbe un’impresa titanica.
Per provare il proprio punto, i ricercatori hanno usato una simulazione computerizzata basata sul genoma di persone reali. A partire da questi, hanno creato 10 embrioni ipotetici per ciascuna coppia. Il processo imitava ciò che avviene durante un vero ciclo di IVF, con tanto di numero limitato di embrioni. Dopodiché, i ricercatori hanno assegnato un punteggio a ciascun embrione, in base ai presunti vantaggi genetici.
Gli embrioni selezionati sarebbero dovuti essere la creme genetica dei genitori. Eppure, il vantaggio rispetto agli altri si è rivelato abbastanza piccolo. Gli ipotetici adulti avrebbero avuto un QI 3 punti sopra la media degli embrioni non selezionati. Lo stesso vale per l’altezza. Il tutto al prezzo di test genetici ancora poco precisi, almeno quando si parla di tratti della persona e non di malattie genetiche.
Fonte: cellpress.com