Un team della Columbia University ha individuato un’anomalia genetica causa di alcuni tumori, tra cui il glioblastoma. Alla base della malattia c’è la fusione dei geni FGFR3 e TACC3. Il fenomeno porta all’aumento dei mitocondri, che provoca la moltiplicazione incontrollata delle cellule tumorali. Secondo gli studiosi, interferendo con l’attività anomala dei mitocondri si potrebbe bloccare l’avanzata dei tumori.
La scoperta si basa su uno studio pubblicato sulla rivista Science nel 2012. Lo stesso team aveva evidenziato come il 3% dei pazienti affetti da glioblastoma mostrasse la fusione di FGFR3-TACC3. Nel nuovo studio, i ricercatori hanno mostrato l’effetto benefico dei farmaci che bloccano la produzione di energia da parte dei mitocondri. Le ripercussioni della scoperta vanno però oltre il trattamento del glioblastoma.
La stessa fusione genetica è presente con percentuali simili anche nei soggetti affetti da cancro ai pomoni, all’esofago, al seno e molti altri. È probabile che la mutazione genetica di FGFR3-TACC3 sia la più diffusa nel cancro tra quelle individuate ad oggi. Ciò significa che la scoperta potrebbe aiutare a combattere non solo il glioblastoma, ma anche altri tumori. Nei modelli animali con la fusione dei geni FGFR3-TACC3, l’inibizione del metabolismo mitocondriale ha fermato la crescita del tumore. Le cavie trattate con farmaci per inibire i mitocondri e per inibire FGFR3-TACC3 hanno mostrato livelli maggiori di sopravvivenza al glioblastoma.
Secondo diversi studi, bloccare l’attività enzimatica della fusione genica già basta a bloccare il tumore. Con il tempo, però, il tumore diventa resistente ai farmaci e tende a tornare. Aggiungere farmaci che inibiscono il metabolismo mitocondriale potrebbe aiutare a risolvere il problema.
Fonte: lastampa.it