Una compagnia farmaceutica californiana dichiara di aver trovato un modo per individuare la predisposizione alla dipendenza da oppiacei. Si tratta di un test del DNA e, secondo la compagnia, ha un’accuratezza di circa il 93%. Ci sono ancora dubbi riguardo l’efficacia del test, anche se la notizia ha generato un grande interesse.
Secondo Keith Humphreys, docente alla facoltà di Psichiatria dell’Università di Stanford, la predisposizione alla dipendenza da droghe corre in famiglia. Alcuni soggetti hanno reazioni molto intense fin dal primo uso ed è più facile che vengano sopraffatti dalla sostanza. In questi casi, non sempre si può individuare la causa di questa dipendenza nel contesto familiare o in esperienze precedenti. Ecco quindi che la spiegazione più credibile diviene la genetica.
Proove Opioid Risk è un prodotto che combina un test del DNA del paziente con osservazioni cliniche. A ogni paziente vengono fatte una serie di domande, per verificarne la predisposizione psicologica. Dopodiché si preleva un campione di DNA e si verifica se è presente una o più delle 12 anomalie genetiche ricollegabili alla dipendenza da oppiacei. Tutti e 12 i geni fanno parte del sistema limbico del cervello, che di solito si attiva in associazione al consumo di droga. Algoritmi specifici combinano tutte le informazioni e, secondo quanto sostenuto dall’azienda, si ottiene una stima della minore o maggiore predisposizione genetica alla dipendenza da oppiacei.
Per il momento Proove Opioid Risk deve ancora comparire su una rivista peer-reviewed. Diversi scienziati, tra cui il Dr. Richard Friedman del New York Times, hanno definito il prodotto poco serio. D’altra parte, altri mettono in luce il suo potenziale in ambito clinico. Ad una maggiore predisposizione alla dipendenza, infatti, potrebbe corrispondere un uso più cauto di antidolorifici e trattamenti per il dolore. Per conoscere la verità, bisognerà però aspettare studi più approfonditi.
Fonte: thedailybeast.com