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Aurora magazine

È colpa di un gene se il cancro alla prostata diventa aggressivo

Un team canadese e australiano ha scoperto un gene che rende il cancro alla prostata più aggressivo. Gli uomini con la mutazione BRCA2 hanno più possibilità di sviluppare un tumore resistente ai trattamenti. Nel 50% dei casi, un tumore alla prostata aggressivo diventa letale entro 5 anni dalla diagnosi. La scoperta aiuterà a sviluppare nuovi trattamenti per le forme di tumore più aggressive.

Negli uomini con la mutazione del gene BRCA2, i tumori alla prostata sono aggressivi fin dall’inizio. Il gene si occupa infatti della regolazione dello sviluppo cellulare. Per questo motivo, i tumori associati a BRCA2 risultano più resistenti del normale alle terapie tradizionali e più soggetti a metastasi.

I ricercatori hanno comparato 15 pazienti con BRCA2 mutato con altri 500 affetti da tumore alla prostata sporadico, ovvero senza cause genetiche. Le analisi hanno mostrato che i tumori del primo gruppo presentano dei percorsi molecolari anomali. Questi includono percorsi collegati alla riparazione del DNA e alla divisione cellulare. Nei tumori sporadici, percorsi del genere si sviluppano in un secondo momento, quando la massa diventa resistente alla terapia ormonale e forma le metastasi.

La mutazione del gene BRCA2 interessa circa il 2% degli uomini affetti da cancro alla prostata. Ciononostante, la ricerca pone le basi per un approccio personalizzato al trattamento del tumore alla prostata. Mette infatti in luce la necessità di sviluppare terapie alternative, che prevengano le forme più aggressive del tumore e riducano il rischio di metastasi. Sarebbero strade alternative essenziali là dove i trattamenti tradizionali non dovessero funzionare.

Fonte: uhn.ca