L’infertilità maschile è ricollegabile a disfunzioni in organi e tessuti diversi, non sempre individuabili con certezza. Alcune di queste sono permanenti, ma altre sono gestibili con modifiche nello stile di vita. Le cause principali si distinguono in pre-testicolari, testicolari e post-testicolari.
Le cause pre-testicolari sono collegate agli ormoni che regolano le funzioni dei testicoli. Le cause più frequenti sono legate al funzionamento dell’ipofisi, una ghiandola endocrina fondamentale per la spermatogenesi. In alcuni casi la ghiandola non produce abbastanza FSH, l’ormone che regola la produzione di spermatozoi. Riportando i testicoli a condizioni ottimali, si dovrebbe ristabilire anche la fertilità.
Le cause testicolari sono le più comuni e riguardano la struttura stessa dei testicoli. Nel caso del criptorchidismo, i testicoli rimangono all’interno dell’addome, condizione reversibile. Chi soffre di varicocele, invece, ha le vene del testicolo troppo dilatate. Questa condizione aumenta la temperatura dell’organo, uccidendo gli spermatozoi e danneggiando la produzione stessa. Infine ci sono le orchiti, ovvero infiammazioni testicolari che possono danneggiare i meccanismi di spermatogenesi.
Le cause post-testicolari toccano il passaggio degli spermatozoi al di fuori delle gonadi. In questi casi l’infertilità è provocata dalla mancata uscita degli spermatozoi, che rimangono bloccati. L’ostruzione può essere provocata da malformazioni congenite o pervenute con il tempo. In alcuni casi la causa è un’infiammazione o una risposta alternata del sistema immunitario, che attacca gli spermatozoi.