La sindrome di Marfan è una malattia genetica rara che colpisce il tessuto connettivo. Solo in Italia ci sono circa 12.000-20.000 casi, di cui il 75% ereditari. La causa della malattia è un’alterazione nel gene che codifica per la fibrillina-1, FBN1.
La malattia interessa in particolare cuore e vasi sanguigni, ma tocca anche legamenti e sistema scheletrico. Al di là di alcuni casi lampanti, la sindrome di Marfan è difficile da diagnosticare senza un test genetico. I segni clinici più evidenti sono:
- alta statura
- arti allungati
- dita affusolate
- ectopia del cristallino
- predisposizione alle lussazioni
- alterazioni della colonna vertebrale
- tessuto connettivo lasso
La lassità del tessuto connettivo ha ripercussioni su diversi organi, quali cuore e pomoni. Nel caso dell’apparato cardiovascolare, colpisce soprattutto valvola mitrale e aorta ascendente. Per questo motivo, chi soffre di sindrome di Marfan è predisposto ad aneurisma e dissezione aortica.
In alcuni casi, è facile confondere i sintomi con semplici caratteristiche fisiche. Gli screening genetici sono di grande aiuto in tal senso e consentono una diagnosi precisa e veloce. Essendo a Marfan una malattia soprattutto ereditaria, il test è consigliato a quanti hanno casi conclamati in famiglia.
In caso di diagnosi di sindrome di Marfan, è importante che il paziente sia seguito da un cardiologo. Questo effettuerà tutti gli esami necessari per individuare eventuali dilatazioni aortiche e intervenire prima della rottura. Se la dilatazione è ancora agli inizi, è possibile procedere con la terapia farmacologica. Altrimenti è necessario l’intervento chirurgico.
Fonte: osservatoriomalattierare.it