Ad aprile 2017, la American Society for Reproductive Medicine (ASRM) e la Society for Assisted Reproductive Technology (SART) hanno rivisto le loro linee guida riguardo la IVF. Le nuove indicazioni raccomandano di impiantare solo un embrione alla volta, specie in donne sotto i 38 anni. In caso di insuccessi multipli, raccomandano di non salire sopra i due embrioni per impianto. Secondo gli ultimi report, questa politica sta dando i propri frutti.
Negli Stati Uniti, i parti gemellari hanno subito un crollo. In compenso, non c’è stato alcun cambiamento nel tasso di nuovi nati. Ciò è accaduto in seguito alla nuova politica di cui sopra, volta a ridurre i tanti rischi legati ai parti gemellari. La dottoressa Allison Eubanks ha analizzato il fenomeno e gli effetti sulle sue pazienti.
Il centro medico di cui la dottoressa fa parte ha fatto subito proprie le nuove linee guida. I medici non hanno fatto alcuna eccezione, anche per studiare l’effettivo impatto sulle pazienti e sui nuovi nati. Secondo la dottoressa, è stata una buona scelta. Lei ed altri ricercatori hanno infatti confrontato i risultati di cicli condotti nei 2 anni precedenti la politica e nei 2 anni successivi. In totale, i ricercatori hanno avuto modo di studiare 367 gravidanze andate a buon fine.
I dati mostrano un calo netto nel numero di embrioni trasferiti e nel tasso di gravidanze gemellari. In parallelo, c’è stato un aumento della qualità degli embrioni trasferiti con conseguenze positive per mamme e bambini. Ciononostante, i medici hanno constatato come questo approccio funzioni soprattutto sulle pazienti più giovani. Nel caso di donne più adulte, con diversi tentativi alle spalle, potrebbe essere meglio usare un altro tipo di approccio.
Fonte: medscape.com