Secondo l’European IVF Monitoring Consortium, le tecniche di fecondazione assistita hanno raggiunto la percentuale massima di successo possibile. Purtroppo i dati non sono confortanti. Solo 1 tentativo su 4 va a buon fine e negli ultimi anni non ci sono stati miglioramenti. Anzi, la ICSI (iniezione intracitoplasmica di sperma) ha subito un calo negli ultimi 10 anni. Come si è arrivati a queste osservazioni e cosa si può fare?
I ricercatori hanno analizzato i registri nazionali di 36 nazioni europee, concentrandosi sulle coppie che hanno usato le tecniche di fecondazione assistita. Di quelle che hanno usato la IVF, solo il 27% è riuscita ad avere un bambino. Nel caso della ICSI, la percentuale cala al 24%. Nel 2008, le iniezioni intracitoplasmiche avevano un tasso di successo del 30%, c’è stato quindi un netto calo.
La ICSI è stata concepita per i casi di scarsa fertilità maschile, quando ci sono pochi spermatozoi o sono troppo lenti per raggiungere l’ovocita. In questi casi, il medico seleziona gli spermatozoi migliori e li inietta direttamente dell’ovocita. Perché la tecnica è diventata meno efficace? Secondo il dottor Christian de Geyter, negli ultimi anni c’è stato un boom della ICSI. Probabilmente, tanti medici la stanno usando anche per altre cause di infertilità, non sempre con successo.
Anche dando ragione al dottor de Geyter, rimane il fatto che solo 1 trattamento su 4 va a buon fine. Può darsi che i trattamenti per la fertilità abbiano quindi raggiunto il loro limite naturale. O forse, il fatto che sempre più donne over 40 stiano usando la fecondazione assistita ha ridotto le percentuali di successo.
Fonte: newscientist.com