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Aurora magazine

Si possono ottenere embrioni con meno anomalie cromosomiche?

I ricercatori dell’Università di Montreal hanno ridotto le anomalie cromosomiche di un campione di embrioni di topo. Si tratta di una scoperta senza precedenti, che potrebbe migliorare le attuali tecniche di fecondazione in vitro. Infatti le anomalie, anche quando non si traducono in malattie vere e proprie, riducono le possibilità di successo della IVF.

Circa il 50% degli embrioni generati con la fecondazione in vitro contiene anomalie cromosomiche. Le più diffuse sono le aneuploidie, ovvero cellule con un numero anormale di cromosomi. Si pensa che questa anomalia sia la prima causa di infertilità, ma non se ne conoscono ancora i meccanismi. Lo studio in questione è riuscito a spiegarne almeno parte.

Parte delle aneuploidie potrebbero manifestarsi durante il cosiddetto “assemblaggio del fuso mitotico”. Manipolando questo meccanismo mediante dei farmaci, sarebbe possibile ridurre del 50% le probabilità di anomalie. A questo scopo, i ricercatori hanno somministrato un farmaco chiamato proTAME agli embrioni. Quelli trattati in questa maniera hanno sviluppato molte meno cellule con un numero anomalo di embrioni.

La scoperta apre un nuovo ventaglio di possibilità anche per gli esseri umani, pur essendo nelle prime fasi. Ciononostante, prima di lavorare su embrioni umani bisognerà condurre ulteriori studi e analizzare tutte le possibili implicazioni. Non sappiamo infatti quali potrebbero essere le conseguenze sul lungo periodo e se, con il tempo, il trattamento potrebbe dare luogo a nuovi problemi.

Fonte: medicalxpress.com