Uno studio condotto su oltre 848 donne australiane e neozelandesi ha provato l’inefficacia dell’agopuntura nella fecondazione in vitro. I ricercatori hanno coinvolto 16 centri per la fecondazione sparsi tra i due paesi tra il 2011 e il 2015. In questo lasso di tempo, hanno sottoposto le partecipanti a sedute di agopuntura prima e dopo il trasferimento dell’embrione. Lo scopo era verificare l’impatto della pratica sulle tecniche di fecondazione assistita.
Metà delle donne ha ricevuto una vera seduta di agopuntura. Le altre, invece, sono state sottoposte a sedute “placebo”: gli aghi non venivano inseriti ed erano distanti dai punti usati nell’agopuntura. L’agopuntura ha aumentato il tasso di successo della IVF? Secondo i dati, parrebbe di no. Il tasso di nascite nel primo gruppo è stato del 18,3%, contro il 17,8% del secondo gruppo. Una differenza non significativa.
Secondo la professoressa Caroline Smith, autore principale dello studio, i dati provano solo l’inefficacia di sedute di breve durata. A detta sua, la pratica clinica dell’agopuntura è molto più personalizzata e lunga. Le donne intenzionate a seguirla, si sottopongono a sedute ripetute ancora prima dell’inizio dei cicli di IVF. Ne consegue che lo studio non rifletterebbe la realtà clinica.
L’efficacia dell’agopuntura nella fecondazione in vitro pare essere nulla. Ciononostante, la pratica potrebbe avere conseguenze positive sul piano psicologico. Le donne che si sottopongono a questi cicli di agopuntura manifestano una maggiore tranquillità rispetto a chi non fa nulla. Questo si potrebbe tradurre in benefici anche per la fertilità.
Fonte: nicm.edu.au