Tra le coppie in cura per problemi di infertilità, la depressione maschile è legata a un tasso minore di successo. Invece, la depressione femminile non trattata pare non influire sulle tecniche di fecondazione assistita. È quanto risulta da uno studio della dottoressa Esther Eisenberg.
Il 41% delle donne in cura per problemi di infertilità ha problemi di depressione. La percentuale sale al 50% tra i partner maschili coinvolti nei cicli di fecondazione in vitro. Il team della dottoressa Eisenberg ha quindi esaminato gli effetti della depressione sulla fertilità. L’obbiettivo era valutare quanto la depressione influisse sul successo della fecondazione in vitro.
I ricercatori hanno combinato i dati di due studi finanziati dal NICHD’s Reproductive Medicine Network. Uno studio comparava l’efficacia di due farmaci per indurre l’ovulazione in donne con l’ovaio policistico. L’altro comparava l’efficacia di altri tre farmaci in casi di infertilità inspiegata. In entrambi gli studi, uomini e donne avevano stilato un questionario riguardante la depressione. In quell’occasione, i ricercatori avevano chiesto solo alle donne che farmaci assumessero.
Gli inibitori della ricaptazione della serotonina non selettivi aumentavano il rischio di aborto spontaneo. Diversamente, gli inibitori della ricaptazione della serotonina selettivi non sono stati legati a fenomeni del genere. Questi effetti si verificavano se ad assumere il farmaco era la partner femminile. La depressione femminile non trattata, invece, non aveva influito sul successo dei cicli di fecondazione.
Nel caso dei partner maschili depressi, mancavano dati precisi sull’assunzione di antidepressivi. In caso di depressione nell’uomo, però, le probabilità di concepire sono risultate del 60% più basse. Per quanto perfettibile, lo studio offre uno spunto per scegliere gli antidepressivi da usare in concomitanza con i trattamenti per la fertilità.
Fonte: nih.gov