La celiachia è una patologia causata da fattori genetici e ambientali. Chi ne soffre manifesta una reazione autoimmune al glutine, una frazione proteica contenuta in alcuni cereali. L’ingestione di questa sostanza scatena un’infiammazione cronica dell'intestino tenue, che a lungo andare ne danneggia il rivestimento. Di conseguenza, il soggetto è incapace di assorbire alcuni nutrienti e questo di ripercuote su tutto l’organismo.
I sintomi della celiachia non sono sempre chiari e possono variare molto da persona a persona. Quelli classici sono: perdita di peso; diarrea; gonfiore addominale e meteorismo. Ciononostante, in alcuni soggetti mancano del tutto i sintomi in ambito digestivo. In questi casi, la celiachia si manifesta con: anemia; osteoporosi; debolezza muscolare; alopecia; afte orali; formicolio a mani e piedi.
Se trascurata, la celiachia può portare perfino al linfoma intestinale. Per questo motivo, è fondamentale eseguire dei test specifici non appena si manifestano i sintomi di cui sopra. Questi comprendo la ricerca sierologica e la biopsia della mucosa duodenale, da eseguire nel corso di una dieta tradizionale.
In caso di esito positivo dei test, il soggetto deve cambiare alimentazione e assumere una dieta senza glutine. Purtroppo al momento è l’unica terapia disponibile per la celiachia e va seguita per tutta la vita. Alcuni consigliano di introdurre il glutine nella dieta infantile a 12 mesi, piuttosto che a 6. Questa pratica non annulla il rischio globale, ma potrebbe aiutare i bambini ad alto rischio genetico.
Fonte: humanitas.it