Il Dipartimento della Salute della Virginia riporta un aumento del 40% dei casi di sifilide tra il 2015 e il 2016. Il trend è comune a tutti gli Stati Uniti ed è sintomo di un calo generale dell'attenzione verso le malattie sessualmente trasmissibili. Secondo i medici, il pericolo è diffuso non solo tra gli adulti, ma anche tra i neonati, a rischio dai contagio madre-figlio. Per questo motivo gli screening prenatali sono più importanti che mai.
La sifilide ha sintomi simili a quelli di tipologie di vario genere, il che ne rende la diagnosi spesso complicata. Le caratteristiche principali della malattia sono i rash epidermici, i linfonodi ingrossati, la febbre, le piaghe in zona genitale. Se non trattata, la sifilide può provocare danni permanenti sia nella persona che in una eventuale prole.
La trasmissione della sifilide di madre in figlio è detta sifilide congenita e può risultare letale per i neonati. Secondo i Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie, nei soli Stati Uniti i casi di sifilide congenita sono aumentati del 6% tra il 2014 e il 2015. L'impennata dei casi di neonati malati contribuisce all'aumento dell'incidenza generale della malattia. È inoltre sintomo di un abbassamento dei livelli di prevenzione.
La regola numero uno rimane usare le necessarie misure di prevenzione verso le malattie sessualmente trasmissibili. In caso di gravidanza, un percorso di screening prenatale può comprendere anche i test per le sifilide, gonorrea e clamidia. In questo modo è possibile prendere i dovuti provvedimenti per garantire la salute di madre e bambino.
Fonte: dailypress.com