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Aurora magazine

Sindrome di Down: nei bambini la corteccia cerebrale è più spessa

L’analisi di imaging cerebrale a risonanza magnetica (MRI) sperimentata su un campione di 76 bambini ha mostrato che la corteccia cerebrale dei bambini con sindrome di Down è più spessa rispetto a quella di coloro che non presentano tale sindrome.

Secondo uno studio scientifico condotto dalla Drexel University, lo spessore della corteccia cerebrale potrebbe aiutarci a capire meglio lo sviluppo cerebrale di chi ha la sindrome di Down. La ricerca ha scoperto infatti che nei bambini con sindrome di Down la corteccia cerebrale è più spessa di quella di coloro che non presentano la sindrome. Secondo il team di ricerca, inoltre, questo risultato potrebbe fornire ulteriori elementi per comprendere perché chi soffre di questa sindrome è statisticamente maggiormente soggetto a sviluppare in età avanzata l’Alzheimer.

Quest’innovativo studio ha utilizzato l’imaging cerebrale a risonanza magnetica (MRI) per poter studiare nel dettaglio la corteccia cerebrale di 31 bambini con sindrome di Down, mettendola a confronto con quella di 45 piccoli non affetti dalla sindrome. Il risultato dell’analisi ha mostrato che in alcune aree del cervello lo spessore della corteccia cerebrale è superiore nei bambini con sindrome di Down rispetto a quello di coloro che non affetti dalla trisomia 21.

I ricercatori non hanno individuato una causa certa di quest’aumento dello spessore corticale, ma hanno formulato un’ipotesi secondo cui chi ha la sindrome di Down non ‘elimina’ le connessioni neurali in eccesso, un processo fondamentale per il raggiungimento della maturità cognitiva che invece avviene negli altri individui nel’infanzia e in età adulta. Inoltre, è stato rilevato che in alcune delle regioni cerebrali con maggiore spessore corticale si trovano i nodi della ‘Default Mode Network’, una sorta di network cerebrale che si attiva durante il riposo e che è legato a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. Le differenze cerebrali tra la presenza e l’assenza della sindrome di Down potrebbero rappresentare dunque un indicatore precoce di suscettibilità all’Alzheimer in età avanzata.


Fonte: “Quotidiano Sanità”