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Test genetici sulla futura mamma possono agevolare la diagnosi di autismo del feto

Secondo gli ultimi studi, lo sviluppo prenatale del feto rappresenta un periodo molto importante per studiare l'insorgere dell'autismo. Gli epidemiologi lo considerano un momento critico, in cui è possibile esaminare le variazioni nel DNA e quindi ricavare informazioni sui fattori che determinano lo sviluppo di autismo nei bambini.
Una ricerca condotta dagli scienziati della Johns Hopkins University School of Medicine, guidata da M.D. Fallin, si è posta l'obiettivo di determinare se la metilazione del DNA della futura mamme, durante i mesi della gravidanza, fosse legata ai sintoni di autismo mostrati dal bambino a un anno di vita.
Dopo aver analizzato i campioni di sangue provenienti da 79 donne incinte di bambini rivelatasi autistici, i ricercatori hanno trovato nel sangue materno specifici marcatori genetici legati allo sviluppo di questa malattia. Inoltre, un simile legame è stato scoperto anche con marcatori genetici legati allo sperma del padre.
Seppur ancora da sottoporre a ulteriore verifica, questi risultati sembrano dunque affermare come l'epigenetica possa ricoprire un ruolo nell'analisi del rischio di autismo e l'analisi di campioni biologici dei genitori del nascituro possa essere importante. I ricercatori concordano comunque sul fatto che i fattori di rischio per l'autismo sono sia di carattere genetico sia ambientale, ma che tuttavia non si è ancora compreso fino in fondo il meccanismo attraverso il quale essi interagiscono.

Fonte: "Forbes"