Le cardiopatie congenite sono malformazioni a carico dell’apparato cardiovascolare. Si definiscono “semplici”, quando c’è un difetto dei setti o una malformazione valvolare. Si parla invece di cardiopatie complesse, quando ci sono difetti multipli.
Le cardiopatie sono presenti fin dalla nascita e spesso non se ne conosce la causa genetica precisa. Alcune malformazioni sono collegate ad alterazioni cromosomiche precise, ma in molti altri casi non c’è una spiegazione chiara. Si sa che le anomalie si sviluppano nel corso della vita fetale, intaccando la corretta formazione dell’apparato cardiovascolare. Di solito rimangono silenti durante tutta la gestazione, manifestandosi solo dopo la nascita.
L’ecocardiogramma fetale può individuare molte cardiopatie congenite, con test assolutamente non invasivi. Di soliti l’analisi richiede 30 minuti di tempo, di più se ci si trova di fronte a una forma complessa. In quest’ultimo caso, potrebbero servire forme di diagnosi più invasive, come il cateterismo cardiaco.
In assenza di diagnosi prenatale, le anomalie congenite si individuano a partire da piccoli soffi al cuore rilevati dal pediatra. Questi possono essere soffi innocenti o un sintomo di patologia, in qual caso conviene affidarsi a un cardiologo pediatrico. Circa il 50% delle cardiopatie si individua in questo modo, entro il primo mese di vita. Ciò permette di intervenire quanto prima con la terapia chirurgica.
Gli interventi chirurgici in caso di cardiopatia congenita hanno elevate probabilità di successo, con miglioramenti quasi immediati. I bambini possono condurre una vita quasi normale, pur dovendo prendere precauzioni per quanto riguarda le attività sportive.
Fonte: ospedalebambinogesu.it