Un gruppo di ricerca della University of British Columbia ha trovato la possibile causa genetica della fibrosi nella Malattia di Crohn. La scoperta aiuterà i ricercatori a trovare nuovi trattamenti, così da affrontare questa debilitante complicazione. Per il momento la ricerca è stata condotta su modelli animali, ma i risultati sono incoraggianti.
Il Morbo di Crohn è una patologia che colpisce l’intestino con infiammazioni. In alcuni pazienti queste infiammazioni degenerano e provocano l’inspessimento del tessuto connettivo, una complicazione chiamata fibrosi. La fibrosi va affrontata con un intervento chirurgico, così da ripristinare le normali funzioni dell’intestino. È frequente che chi soffre di questa patologia debba farsi operare più volte nella vita, con tutti i rischi che questo comporta.
La ricerca si concentra su una mutazione genetica che pare ridurre lo sviluppo della fibrosi. I ricercatori hanno infettato le cavie con una variante della salmonella, che provoca sintomi simili a quelli del Morbo di Crohn. Una volta infettate le cavie, la mutazione ha spento il recettore ormonale ROR Alpha, che stimola la risposta immunitaria nell’intestino. Questo ha bloccato le infiammazioni e lo sviluppo della fibrosi.
Secondo i ricercatori, ora che è stato individuato il gene responsabile delle infiammazioni, è possibile sviluppare un trattamento che blocchi il recettore ormonale. In questo modo si dovrebbe ridurre anche la fibrosi. Inoltre, la scoperta potrebbe rivelarsi utile anche per il trattamento della fibrosi in altre patologie. La fibrosi è infatti una reazione all’infiammazione cronica, comune a diverse malattie, oltre che una complicazione dovuta all’invecchiamento.
Fonte: sciencedaily.com