Uno studio dell’Università di Stanford suggerisce un collegamento tra alti livelli di glucosio in gravidanza e malattie cardiache congenite. La scoperta potrebbe aiutare a identificare le donne i cui bambini sono più a rischio, così da indirizzarle verso un apposito screening prenatale.
I ricercatori hanno misurato i livelli di zucchero di 19.107 donne in gravidanza, a partire da 4 settimane prima del concepimento fino alla fine del primo trimestre. Di queste 74 soffrivano di diabete gestazionale e 811 di patologie cardiache congenite. Il livello di glucosio medio nelle donne sane era di 96 mg/dl, di 107 mg/dl nelle donne con patologie cardiache. Hanno quindi incrociato i dati con le eventuali diagnosi di malattie cardiache congenite nel bambino.
Ogni 10 milligrammi per decilitro di più, il rischio che il bambino nascesse con malattie cardiache congenite saliva. Gli scienziati hanno rilevato il fenomeno anche in soggetti privi di altri fattori di rischio, quali massa corporea troppo alta, età e diabete. Tra le settimane 24 e 28, però, il fenomeno è andato calando. A partire da questo arco di tempo, infatti, i livelli di glucosio del sangue sono risultati slegati dallo sviluppo o meno di patologie cardiache nel bambino.
La scoperta potrebbe aiutare a sviluppare nuovi metodi per la diagnosi prenatale di malattie congenite del cuore. Basterebbe un’analisi del glucosio nelle prime settimane di gravidanza per capire se sia il caso di andare più a fondo. Nonostante molte malattie cardiache siano individuabili con una semplice ecocardiografia, è infatti difficile che una futura mamma esegua questi esami senza una motivazione precisa.
Una delle domande sollevate dalla scoperta, è la natura della correlazione tra livelli di glucosio e malattie cardiache. Livelli troppo alti di glucosio provocano lo sviluppo di patologie congenite, oppure sono il sintomo di altri fenomeni in corso? Saranno necessari altri studi per scoprirlo.
Fonte: medscape.com