Alimentazione corretta, sale iodato e integratori a base di iodio rappresentano gli elementi di base nella prevenzione delle malattie tiroidee. Un tema molto importante per le future mamme: una donna su tre infatti non è a conoscenza del fatto che durante la gravidanza il fabbisogno di iodio del corpo quasi raddoppia.
La prevenzione delle malattie tiroidee riguarda adulti e bambini, ma anche le donne in gravidanza, che dovrebbero sottoporsi regolarmente a test di screening prenatale. Secondo alcuni recenti dati infatti una donna su tre non sa che il fabbisogno di iodio nei nove mesi della gravidanza risulta quasi raddoppiato. Nove mamme su dieci non prestano la dovuta attenzione al fatto che il proprio bambino assuma o meno un’adeguata quantità di iodio attraverso il cibo, credendo magari che il sale marino possa essere di per sé sufficiente per coprire il fabbisogno di iodio. Inoltre, una ricerca recentemente apparsa su “Lancet”, condotta da un team di nutrizionisti inglesi, ha mostrato una correlazione tra il quoziente intellettivo di alcuni bambini inglesi e l’adeguata la nutrizione iodica delle rispettive madri, in particolare durante i primi tre mesi di gravidanza.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato il fabbisogno giornaliero di iodio in gravidanza quantificandolo in almeno 250 mg di iodio (in pratica due volte quello consigliato al resto della popolazione). Gli ormoni tiroidei materni e fetali sono infatti fondamentali per un normale sviluppo del cervello del neonato. Spesso però, nel caso delle donne in gravidanza, il consumo anche rilevante di sale iodato non riesce da solo a far fronte all’aumento fabbisogno giornaliero. Occorre perciò assumere ogni giorno integratori multivitaminici contenenti iodio o capsule molli di iodio e mantenere sotto controllo la salute del bambino con periodici esami di screening prenatale.
Fonte: “Il Corriere della Sera”