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Aurora magazine

Gli embrioni binucleati sono più vulnerabili all’aneuploidia

Circa 1 coppia canadese su 6 ha problemi di fertilità. Alcune di queste cercano la soluzione nella fecondazione in vitro, con risultati altalenanti. Uno studio dell’Università di Montreal ha spiegato perché alcuni tentativi falliscono, nonostante non ci sia alcuna ragione apparente. Il motivo sta in un meccanismo che riduce le probabilità che l’embrione si impianti e si sviluppi.

Le cellule sane hanno un solo nucleo, contente il DNA con tutte le informazioni genetiche. Capita che gli embrioni ottenuti con la IVF abbiano cellule con due nuclei invece di uno. I medici li chiamano “embrioni binucleati” e, in tanti casi, cercano comunque di impiantarli nell’utero delle pazienti. Secondo lo studio, questo potrebbe portare a conseguenze impreviste.

Gli scienziati hanno osservato embrioni di topo binucleati ed è emerso che avere due nuclei può essere dannoso. La presenza del doppio nucleo aumenta le probabilità che l’embrione sviluppi una condizione chiamata aneuploidia. In casi del genere, l’embrione ha un numero maggiore o minore di cromosomi. Il più delle volte, non riesce a svilupparsi e la gravidanza si conclude in modo spontaneo. Quando invece avviene l’impianto in utero, l’aneuploidia provoca malattie come la Sindrome di Down.

Secondo gli autori, lo studio darebbe delle nuove linee guida per le cliniche della fertilità. Selezionare solo embrioni con cellule a un nucleo aumenterebbe le possibilità di successo, evitando che le coppie debbano subire tentativi fallimentari e inutili.

Fonte: chumtl.qc.ca