Il gadolinio è un agente di contrasto usato nella risonanza magnetica, sconsigliato in gravidanza. Secondo uno studio del dottor Steven Bird, sempre più donne nelle prime fasi della gestazione sono invece esposte a questa sostanza. I risultati potrebbero prevenire tanti di questi casi, che di solito si verificano quando la donna non sa ancora di essere incinta.
Circa il 45% delle risonanze magnetiche statunitensi utilizza il gadolinio come agente di contrasto. Studi recenti dimostrano che l’organismo potrebbe trattenere parte della sostanza anche dopo l’analisi, con conseguenze per il momento poco chiare.
Il gadolinio può attraversare la barriera della placenta ed entrare nell’organismo del feto. I medici non sanno ancora come questo potrebbe influenzare lo sviluppo; secondo alcuni studi, il gadolinio potrebbe avere conseguenze negative sul feto. Di conseguenza, i medici sconsigliano l’uso della sostanza alle donne incinte. L’unica eccezione è quando la vita di donna e bambino sono in pericolo e la risonanza magnetica è assolutamente necessaria.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti da 16 partner del FDA's Sentinel System, un programma per i questionari in ambito medico. Su 4.692.744 nuovi nati, 5.457 sono stati esposti alla sostanza in fase prenatale. Il numero corrisponde a circa 1 bambino ogni 860 gravidanza. Gran parte dei casi sono legati ad analisi di testa, pelvi e addome. Circa 3 casi su 4 si verificano nelle primissime fasi del primo trimestre, quando la donna non sa di essere incinta.
Gli autori dello studio suggeriscono di sottoporre un questionario alle donne in età fertile che devono fare una risonanza. In questo modo si potrebbe chiedere loro se c’è la possibilità che siano incinte e, nel caso, valutare delle alternative.
Fonte: rsna.org