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Aurora magazine

Le donne incinte non devono traslocare?

Cambiare casa nei primi tre mesi di gestazione è collegato a un rischio maggiore di parto prematuro. Lo rivela una ricerca statunitense pubblicata su Journal of Epidemiology & Community Health.

I ricercatori hanno analizzato i dati dei bambini nati a Washington tra il 2007 e il 2014, partoriti da madri almeno diciottenni. A partire da questi, hanno selezionato un campione di 30.000 donne che si erano trasferite nei primi tre mesi di gravidanza. Dopodiché hanno confrontato i dati con altre 120.000 che non l’avevano fatto.

Le donne del primo gruppo erano tendenzialmente più giovani, con un livello culturale inferiore e con uno stipendio più basso. Inoltre era più probabile che fossero non sposate e che avessero fumato durante la gestazione. Questi sono tutti fattori di rischio per il feto, collegati a un rischio maggiore di parto prematuro e di peso basso alla nascita. Di conseguenza, i ricercatori hanno tenuto conto di tutti questi elementi, in modo da avere dati meno “inquinati” possibile.

Dopo aver eliminato gli altri fattori potenzialmente rilevati, gli scienziati hanno verificato se il solo trasferirsi avesse un effetto sulla gravidanza. Un trasloco nel primo trimestre è associato al 37% di probabilità in più che il bambino nasca sottopeso e al 42% che nasca prima. Inoltre, nel 9.8% dei casi i bambini sono risultati più piccoli di quanto calcolato con i test prenatali.

I dati riguardano donne provenienti da tutte le classi sociali, giovani e meno giovani. I ricercatori non sanno però spiegare il perché di questo fenomeno. Probabilmente è colpa dello stress e degli sforzi fisici collegati al trasloco.

Fonte: eurekalert.org