Le donne che usano la cannabis in gravidanza hanno il doppio delle probabilità di partorire prima del termine. Inoltre, incorrono in un numero maggiore di complicazioni anche gravi. Lo dimostra uno studio canadese pubblicato sul Journal of the American Medical Association.
I ricercatori hanno analizzato i dati raccolti su 661.000 gravidanze. In 10.000 di queste, le donne hanno ammesso di aver fatto uso di cannabis durante la gestazione. Circa il 20% del gruppo in questione ha partorito prima della 37a settimana, contro il 6% delle altre donne. La differenza è significativa e il collegamento all’uso di cannabis è piuttosto evidente. Quali sono le ragioni del fenomeno?
I cannabinoli possono attraversare la placenta ed entrare nel flusso sanguigno del feto. Secondo alcuni studi sugli animali, il THC in essi contenuto potrebbe intaccare il sistema endocannabinoide in via di sviluppo. Ciò causerebbe una serie di reazioni avverse, una delle quali è proprio il parto pretermine.
Le donne che hanno fatto uso di cannabis in gravidanza hanno registrato anche un numero maggiore di complicazioni. Le più frequenti tra quelle emerse sono distacco della placenta e sanguinamento grave, con anche la perdita del bambino. Nel gruppo in questione, c’è stato infatti il 66% di aborti spontanei in più rispetto all’altro: circa l’1.6% contro lo 0.9%. Inoltre, il 19.3% dei bambini è finito in terapia intensiva, contro il 13.8% dell’altro gruppo.
Lo studio dimostra che sarebbe meglio evitare la cannabis in gravidanza, ma ha dei limiti. I ricercatori non si sono soffermati su altri fattori che potrebbero influire sulla gestazione. Di conseguenza, è poco chiaro quanto di quello riportato sopra sia davvero ricollegabile alla sostanza.
Fonte: independent.co.uk