Molte future mamme subiscono il fascino dei prodotti “naturali”, percepiti come più sicuri. Purtroppo non sempre è così: alcune erbe possono essere dannose sia per la mamma sia per il bambino. Alcuni prodotti “naturali” sono collegati a complicazioni, inclusi parti pretermine. Prima di assumerle, sarebbe quindi bene consultare il proprio ginecologo.
Il team del dottor James McLay ha analizzato i dati di 74 studi dedicati al tema. Diversi di questi studi sono piccoli o parziali, ma mettono in luce quanto poco sappiamo sul tema. Anche se non si può dare per scontato che erbe e integratori naturali facciano sempre “male”, è bene prestare attenzione. Prendere certi prodotti con leggerezza, nella convinzione che siano al 100% sicuri, può avere serie conseguenze.
A seconda del Paese, tra il 10% e il 75% delle donne incinte assume erbe in gravidanza. Sono soprattutto prodotti contro le nausee, integratori naturali e oli. I dati dei 74 studi comprendono gli effetti di 47 prodotti a base di erbe; 29 di questi si basano su trial clinici. I risultati non sono incoraggianti.
Tra gli accusati c’è la liquirizia, presente in tante tisane digestive e rilassanti. Usata in quantità eccessive, alza la pressione e aumenta il rischio di parto prematuro. Le foglie di lampone sono un rimedio naturale per indurre e accorciare il travaglio. Ciononostante, pare che aumenti di 3,5 volte il rischio di dover ricorrere al parto cesareo.
Per avere un’idea davvero chiara degli effetti di certe erbe in gravidanza, servirebbero studi più grandi e approfonditi. Gli autori ci tengono però a mandare un messaggio: prima di assumere certe sostanze in grandi quantità, è sempre bene consultare il medico.
Fonte: medicalxpress.com