L’Istituto Superiore di Sanità ha condotto un sondaggio riguardante i rischi della rosolia in gravidanza. Dai dati emerge che solo 1 donna su 3 conosce il proprio stato immunitario contro la rosolia. Risultati molto gravi, se si pensa a quanti danni può causare la rosolia al feto, individuabili talvolta solo con un apposito screening prenatale.
I dati riportati sul portale del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute sono preoccupanti. Ne emerge che solo 4 donne su 10 sono vaccinate contro la rosolia e che solo 1 su 3 conosce lo stato della sua protezione. Tra le donne in età fertile c’è quindi poca consapevolezza dei problemi che un’infezione in gravidanza potrebbe provocare.
I dati di cui sopra variano in base alla regione di appartenenza delle intervistate. La regione con più donne vaccinate è il Veneto, che vanta ben il 65% delle donne fertili protette contro la rosolia. Va invece molto peggio la Val D’Aosta, dove solo il 21% delle donne si dichiara vaccinata. L’età è un’altra discriminante di rilievo: il 57% delle giovani tra i 18 e i 24 anni è vaccinata, contro il 34% delle donne tra i 35 e i 49 anni.
Perché tanta preoccupazione a proposito della rosolia? La rosolia è causata da un virus della famiglia Rubivirus e si manifesta con eruzioni cutanee rossastre. È una malattia dell’infanzia, ma se non contratta da bambini può manifestarsi anche più tardi. Su adulti e bambini è innocua, ma in gravidanza può recare gravi danni al feto. Nel primo trimestre è spesso causa di aborto spontaneo, mentre più avanti può portare a malformazioni del bambino.
A causa della pericolosità della rosolia, è bene che le donne in cerca di una gravidanza si vaccinino. A quante avessero contratto la malattia in gravidanza, si consiglia di verificare lo stato di salute del feto con uno screening prenatale.
Fonte: milanosanita.it