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La costosa inutilità dei test pre-vaccinali

La Società Italiana di Pediatria (SIP) si è espressa riguardo i cosiddetti test pre-vaccinali. I test, di cui si parla molto su internet, dovrebbero prevedere eventuali reazioni avverse da vaccino. Secondo la SIP, però, i test in questione sono inutili e costosi. Infatti, non sono assolutamente in grado di individuare i pochissimi bambini che sperimentano reazioni avverse.

Su internet si trovano elenchi interminabili di esami che dovrebbero essere fatti prima del vaccino. Sono dosaggi di minerali presenti nel sangue, di immunoglobuline e di vitamine. Alcuni di questi comprendono addirittura test genetici. L’intera lista, se fatta per intero, comporta una spesa notevole. Il problema è che non ci sono prove riguardo a una sua effettiva utilità.

Alberto Villani, presidente SIP, spiega che non esistono prove scientifiche che questi esami aiutino a prevedere eventuali reazioni avverse. Ad esempio, nella lista è presente la tipizzazione HLA, un gruppo di geni che regolano il sistema immunitario. Alcuni antigeni HLA sono molto diffusi tra chi è affetto da malattie autoimmuni, è vero. Ciò non significa che si possa prevedere una reazione al vaccino esaminandoli.

Ciò che rende ancora più inutili i test è la rarità delle reazioni avverse ai vaccini. Si parla di 1 caso ogni 1 milione di vaccinati, impossibile da individuare con le attuali tecnologie. È molto più probabile che il bambino prenda la malattia, o la trasmetta a soggetti immunodepressi. 

Il pediatra può individuare eventuali situazioni cliniche particolari mediante anamnesi e controlli regolari. Se il bambino dovesse trovarsi in condizioni cliniche particolari, sarà il pediatra stesso a controindicare la somministrazione di vaccini.

Fonte: corriere.it