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Individuati nuovi fattori genetici di rischio del glioma

Quali sono i fattori genetici di rischio del glioma? Un consorzio composto da 14 centri di ricerca ha analizzato il profilo genetico del tumore cerebrale. In questo modo ha identificato 13 nuovi marker, che si sommano ai 13 già noti. La scoperta renderà più semplice valutare il rischio di ammalarsi ed elaborare trattamenti personalizzati.

Il team internazionale ha analizzato il genoma di quasi 12.500 persone affette da glioma. L'ha confrontato con quello di 18.000 individui sani, usati come gruppo di controllo. L'operazione ha permesso di definire i diversi tipi di tumore a livello molecolare, tenendo conto anche del grado di malignità. Inoltre, ha messo in luce milioni di varianti coinvolte nello sviluppo del tumore e 13 nuovi marker.

A seconda del tipo di glioma e della sua aggressività, i ricercatori hanno individuato cause genetiche diverse. Tutte le alterazioni individuate coinvolgono singoli nucleotidi del DNA, le lettere della doppia elica. Pur essendo molto piccole, interessano geni fondamentali per controllare l'invecchiamento e la proliferazione cellulare. Le alterazioni sono inoltre presenti in geni con funzioni legate alla sopravvivenza cellulare.

Fino ad oggi la conoscenza dei fattori di rischio del glioma era limitata. Secondo Melissa Bondy, una degli autori, lo studio ha fornito un profilo genetico molto più ampio della malattia. Ciò ha permesso di sviluppare nuove teorie sullo sviluppo e l'evoluzione del tumore. La scoperta potrebbe salvare la vita a milioni di persone, in quanto i gliomi sono tra i tumori del cervello più comuni negli adulti.

Prima che la ricerca abbia ricadute in ambito clinico ci vorrà del tempo. L'obiettivo è calcolare il rischio di tumore in base alla presenza o meno di certe anomalie genetiche. È però ancora poco chiaro come queste mutazioni interagiscano tra loro. Inoltre, la quantificazione del rischio manca ancora della precisione riscontrabile nei test genetici per il tumore all'ovaio o alla mammella. La strada percorsa è però quella giusta.

Fonte: repubblica.it