Uno studio del centro Arc-Net dell'Università di Verona ha individuato 3 nuovi geni coinvolti nei tumori neuroendocrini del pancreas. Il team internazionale ha decodificato il genoma dei tumori neuroendocrini del pancreas, identificando nuove mutazioni genetiche legate al loro insorgere. La scoperta faciliterà la diagnosi e la classificazione della malattia. Consentirà inoltre di elaborare trattamenti personalizzati, pensati in base alle caratteristiche del singolo paziente.
Gli scienziati hanno sequenziato il genoma di circa 100 tumori, dopodiché hanno usato i dati di altri 60 campioni come metro di confronto. I dati hanno rivelato che il 17% dei casi erano legati a una mutazione genetica, contrariamente al 5% stimato all'inizio. Hanno inoltre mostrato 3 nuovi geni coinvolti, ovvero BRCA1, CHEK2 e MUTYH. Questi si aggiungono ad altri 2 geni noti per il coinvolgimento nella malattia, MEN1 e VHL. Le anomalie genetiche sono legate alle capacità di riparare il DNA e alla regolazione di crescita e invecchiamento cellulare.
I tumori neuroendocrini del pancreas sono eterogenei e spesso lenti a svilupparsi. Alcuni di questi, però, diventano aggressivi all'improvviso e senza un apparente motivo. Le analisi genetiche potrebbero aiutare a capire quali tumori sono più aggressivi. In questo modo i medici riserverebbero i trattamenti più duri ai casi realmente necessari. Consentirebbero inoltre di individuare mediante un test del DNA i soggetti più a rischio, così da effettuare diagnosi precoci e ridurre al minimo i rischi.
Qualcosa di analogo accade già per altre forme di tumore, come quello al seno e alle ovaie. Nel caso di questi tumori, si conoscono alcuni geni coinvolti nel loro sviluppo. È quindi possibile effettuare screening genetici specifici, che evidenzino una eventuale predisposizione e consentano di prendere le adeguate precauzioni.
Fonte: repubblica.it